Lultimo allarme, circostanziato, è stato recepito dalla Cia e rilanciato dall«antenna» della nostra intelligence di Kabul ventidue ore prima dellattentato. Un presagio di morte. «Fonti informative - si legge nel dispaccio - riferiscono che nellarea della capitale una formazione della guerriglia taliban, composta da quattro elementi, riconducibile al partito radicale pashtum hezb-I-Islami, ha in animo di colpire strutture e mezzi della coalizione lungo la rotabile Airport Road che dal quartiere di Pashtunistan Square porta allo scalo internazionale». E non è tutto: «In questa direzione è da rimarcare come nei giorni scorsi, provenienti dalle zone del nord della regione, i miliziani avrebbero trasferito a Kabul una macchina station wagon con targa Kabul 67 (...) che dovrebbe essere utilizzata per eseguire unazione suicida contro obiettivi sensibili».
Il monitoraggio sui potenziali attentatori, avviato nei tre giorni precedenti la strage dei parà, aveva portato lintelligence occidentale e le truppe dassalto della coalizione a focalizzare lattenzione su questa cellula iperattiva nel distretto di Dih Sabz, «nelle cittadine di Ud Khail, Khamai r Shina e soprattutto Pol E Charki» dove da mesi dettano legge i mullah oltranzisti Sher Kan Kochi e Mir Vali «ai quali fa riferimento il braccio operativo dei taliban-kamikaze che hanno ucciso i parà italiani: il generale-comandante Cader». Oltre allautobomba da far brillare lungo la strada per laeroporto i miliziani del Hezb-I-Islami hanno pensato a una opzione alternativa di sicura efficacia mediatica. Ecco le modalità della seconda scelta esplosiva: «Una cellula taliban, guidata dallufficiale Manozai, ispirata dal mullah Kari Mustafa, assemblata di 14 estremisti, avrebbe pianificato unazione in danno dellaeroporto internazionale di Kabul con limpiego di razzi» mentre una serie di ordigni esplosivi artigianali ad alto potenziale «potrebbero venir a breve utilizzati per colpire posti di blocco e unità delle Ansf (le forze di sicurezze afghane, ndr)». Loffensiva in corso, sempre secondo quanto analizzato dagli 007 a Kabul, in queste ore potrebbe allargarsi a macchia dolio anche fuori la capitale, e più precisamente nel distretto occidentale di Paghman, in quanto le formazioni paramilitari talebane nelle ultime settimane avrebbero fatto incetta di «grosse quantità di materiale darmamento come razzi da 107mm, lanciarazzi spalleggiabili controcarro, bombe rudimentali».
Nei warming si fa poi riferimento a una «talpa» di massimo livello negli apparati dintelligence del presidente Karzai. Forse la medesima gola profonda utilizzata per lattentato al contingente italiano e per luccisione, nei giorni scorsi, fuori la moschea della città di Mehtarlam, del potentissimo Abdhul Laghmani, vice capo del Direttorato nazionale per la sicurezza (i servizi segreti afghani, ndr).
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