di Andrea Cuomo
C'è stata l'epoca del bricolage.
Poi quella del découpage.
Quella, mai tramontata, dell'antiage, e del suo parente stretto, il maquillage.
E ora c'è il foliage.
Che consiste - ci spiegano gli anglosassoni che hanno inventato questa attività a cui poi per confondere le acque hanno dato un nome in similfrancese - nel guardare il colore delle foglie in pieno autunno, possibilmente quando sono ancora al loro posto.
L'attività pare dia grandi soddisfazioni alle personalità più contemplative, a cui noi non ci pregiamo di appartenere. Consiste nel cercare un bel boschetto pieno zeppo di tutti i possibili colori bruni, rossastri, gialli e godere del potere rasserenante di questo spettacolo cromatico fornito gratuitamente dal trascorrere del tempo sui platani, le querce rosse, i frassini.
Piaceri collaterali della faccenda sarebbero - ci dicono - il rumore dei piedi che calpestano un tappeto di foglie già cadute, e quindi fuori dallo show (ciaf, ciaf, ciaf), gli odori del sottobosco in specie dopo che un po' ha piovuto (mentre piove chissà perché il fascino pare sia assai inferiore), il paparazzare i colori rendendoli subito instagrammati; e soprattutto il godimento maggiore di questo hobby di stagione sarebbe il fatto che in pochissimi lo praticano. Sul che forse bisognerebbe interrogarsi. Fare cioè un po' di interrogage.
Scherziamo naturalmente. Alla fine ci sono attività più astruse di andare in sollucchero per una natura morta di caducifoglie. Anche in autunno. Ad esempio andare in giro per gli stessi boschi con una carabina a tracolla a sparare a lepri e beccacce e - occasionalmente - anche a qualche compagno di battuta.
Il punto è proprio questo. L'autunno è una stagione avara di grandi piaceri. I pochi che ci sono, hanno quel tocco decadente e malinconico tipico di qualcosa che finisce e il nuovo inizio è ancora ben lontano. Certo, ci sono le castagne. I tartufi. I funghi. Le zucche. Le sagre del tartufo. Le sagre della castagna. Le sagre del fungo. Le sagre delle zucche. Le sagre della zucca al tartufo. Il vino novello.
Un po' pochino per costruirci su uno storytelling anche se ti chiami Alessandro Baricco.Per questo ben venga il foliage, che ha il pregio di essere un'attività davvero sostenibile e anche antispreco. Dell'autunno meglio non sprecare il poco che ci offre, nemmeno lo show delle foglie che cambiano colore.
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