Arrestata la «vedova nera» della Magliana. Fabiola Moretti, lesperta nel traffico di sostanze stupefacenti nella banda di Maurizio Abbatino ed Enrico de Pedis, la grande accusatrice dellex magistrato Claudio Vitalone al processo di Perugia sulla morte del giornalista Carmine Pecorelli, la donna capace di rinnegare le sue stesse dichiarazioni pur di rientrare nel «giro» della mala romana, è di nuovo in carcere. A notificarle il mandato di custodia cautelare i carabinieri di Pomezia, gli stessi che lhanno sorpresa in compagnia di un 39enne pregiudicato nonostante fosse agli arresti domiciliari (dopo lultima condanna per spaccio nel 99) nella sua abitazione al Divino Amore.
Gli ultimi 30 anni passati fra narcos e malavitosi deccezione per la Moretti, la superpentita «smemorata» condannata per depistaggio proprio nellambito del processo sullomicidio del direttore di Op. Un marito, Franco Mazza, mollato per diventare la compagna del capo dei «testaccini», Danilo Abbruciati, per passare poi al fianco di Antonio Mancini (laccattone) quando quello viene ucciso a Milano durante lattentato, fallito, al vicepresidente del Banco Ambrosiano Roberto Rosone. Insomma, una vita da brivido per la «bucatina» della banda (come la chiamava, affettuosamente, lo stesso Abbruciati), che fra una cella di massima sicurezza e un rifugio blindato trova persino il tempo per fare la mamma. Sempre, però, con uno sguardo attento al mondo della criminalità romana di cui fa parte integrante e di cui teme le reazioni quando, forse convinta dalla conversione del suo uomo, Mancini, decide di vuotare il sacco e spiegare ai magistrati il ruolo di mandanti ed esecutori nellassassinio Pecorelli.
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