«Era ora, ho vinto qualcosa anche io»

da Milano

Bagnato come un pulcino, gavettoni a non finire in campo e negli spogliatoi, Luciano Spalletti si gode la sua prima vera coppa, dopo quella di serie C conquistata con l’Empoli. «Il merito è solo dei ragazzi», afferma il tecnico giallorosso. «Se la sono meritata, è dedicata a loro, al presidente Sensi, al nostro mitico massaggiatore Giorgio Rossi che rappresenta l’uomo in più e al nostro splendido pubblico. Prima della gara avevo chiesto a Mancini, nel caso non l’avessimo vinta noi, di prestarmene una delle sue, ne ha tante, così da poterla far vedere agli amici. Invece adesso esporremo questa coppa Italia a Trigoria, così quando ci passo davanti posso salutarla». È davvero felice Spalletti: «Siamo stati troppo attendisti nel primo tempo, ci accontentavamo del risultato dell’andata, perché 4 gol di vantaggio sono davvero tanti. Ma è stata brava l’Inter a metterci in difficoltà. Certo che se Recoba avesse messo dentro il terzo gol, non so cosa poteva succedere dopo. Sapevo comunque che avremmo sofferto proprio per il risultato dell’andata. È una storia infinita tra noi e l’Inter e avremmo potuto anche vincere la coppa dell’anno scorso. Sono contento per Doni, convocato nella Seleçao, che ci è costato poco». Non sta nella pelle Francesco Totti: «Dedicato alla mia famiglia, ma anche al presidente Sensi. Adesso dobbiamo ripartire da questo gruppo e, con qualche innesto, potremo puntare allo scudetto.

Ringrazio Spalletti che ci ha dato carattere e convinzione». Chiude il presidente di Lega Antonio Matarrese: «Sono amareggiato per l’orario. Dalla prossima stagione la finale di coppa potrebbe giocarsi sempre all’Olimpico davanti al capo dello Stato».

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