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«Era ossessionato dalla mia Sonia Non so cosa dire a nostra figlia»

«Avevo una moglie splendida, Sonia era splendida in tutti i sensi». Guido Olivari racconta e piange, lui è il marito di Sonia, la seconda vittima dello stalker omicida, Gaetano De Carlo. La donna, molestata, non aveva mai ceduto alle lusinghe di quest’uomo. E forse proprio per questo lui si era impuntato. Doveva averla proprio perché inarrivabile.
Da qui l’assillo, l’aggressione. L’uccisione. «Alle sei - racconta il marito - non era ancora arrivata, e ho chiamato venti volte al cellulare. Ho avuto un presentimento, perché lei rispondeva subito. Sono andato lungo il viale, ho visto la macchina e ho pensato a un incidente. Poi, ho saputo quello che era successo Mi è crollato il mondo addosso».
Quello che fa rabbia è che Sonia non era stata a guardare: ben sette volte lei e il marito lo avevano denunciato. Eppure Gaetano De Carlo era tornato all’attacco, nonostante il 30 aprile scorso fosse stato chiesto per lui il rinvio a giudizio con l’accusa di stalking e il 17 novembre prossimo ci sarebbe stata la prima udienza del processo. Cinque giorni fa, sulla strada Rivoltana, con la sua auto aveva affiancato in corsa quella di lei e l’aveva fissata per alcuni lunghissimi secondi. L’ennesima violenza che Sonia avrebbe voluto denunciare. Ma non ha fatto in tempo. Sonia apparteneva alla categoria delle «donne “puntate”, da conquistare a tutti i costi». Lo spiega il marito Guido: «Loro due si sono conosciuti nel 2004 in piscina. Lui si era invaghito di lei e continuava a tampinarla. Mia moglie ha provato in tutti i modi a fargli capire che era una donna innamorata del marito e felice, per di più con una bimba nata da poco. Ma non c’era niente da fare. Lui continuava imperterrito a non lasciarla stare». Guido racconta e gli occhi diventano lucidi. «Ma come ha fatto a fare una cosa del genere, ha ucciso prima a Torino, poi è venuto fino qui da noi, a uccidere mia moglie». È disperato Guido che continua a ripetere: «Eravamo una famiglia felice, avevamo la nostra bambina, eravamo felici».
Lui parla con i giornalisti, resta lì, davanti alla sua villetta a schiera che sembra ormai un guscio vuoto. Ricorda e piange di rabbia Guido, un amore perso, pensa alla figlia, «chi glielo dirà adesso che la sua mamma non c’è più. Io non so trovare il coraggio di spezzare il cuore a una bambina». E tutto per colpa di uno sconosciuto, entrato nella loro vita quasi per caso, peggio di un film senza lieto fine. «Dopo le prime insistenze di quest’uomo -racconta Guido - mia moglie, ha smesso di punto in bianco di andare in quella piscina dove si erano conosciuti. Lui si è scatenato, mia moglie era la sua ossessione. È riuscito a scoprire dove abitiamo. All’inizio erano solo bigliettini infilati nella cassetta delle lettere, poi dispetti, vetri rotti di casa, l’auto danneggiata. Eravamo arrabbiati». Poi la goccia che fa traboccare il vaso. «Un giorno riesce ad avvicinarsi a casa nostra. Sonia sta scendendo le scale con la bambina in braccio, lui le parla, poi perde la testa, in un attimo è dentro. Scavalca la recinzione del giardino e assale mia moglie, la massacra di calci e pugni, in ospedale le danno cinque giorni di prognosi».
Da qui la denuncia. La prima. Siamo a febbraio 2009. Per la famiglia Olivari, De Carlo ha passato il segno. È il 18 maggio 2009 quando scattano le indagini. «Una tragedia annunciata», scuote il capo Guido.

Sì perché è da quella denuncia di Sonia che la vita di Gaetano si sgretola definitivamente. Gaetano si era dovuto separare e sarebbe finito sotto processo. Ecco come Sonia ha inciso drasticamente nella vita dello stalker. Pur non sapendo, pur non volendo. Pagando con la morte.

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