Marta Ottaviani
Momenti di puro terrore. La discesa dellaereo, lo schianto contro il terreno. E le fiamme, inarrestabili, in mezzo a quella terribile tempesta. Poi quella fuga in mezzo alla foresta, senza capire che cosa stesse succedendo. Dai ricordi di Letizia Onorati e Simone Simonini, i due fidanzati di Livorno sopravvissuti al disastro del Boeing 737 precipitato in Perù, emerge tutta la paura provata in quei momenti.
«Stavamo facendo un volo di scalo - racconta Letizia - quando laereo è finito nella foresta. Bruciava tutto ma siamo riusciti a scappare. Quando laereo si è schiantato sono svenuta. È stato il mio ragazzo a prendermi e a trascinarmi via da quellinferno. Appena ho ripreso conoscenza ci siamo messi a camminare per alcuni chilometri. Poi la gente del paese ci ha raccolti e portati allospedale di Pucallpa».
Ancora più dettagliata la testimonianza di Simone Simonini, il fidanzato di Letizia, che ha anche confermato la morte di Walter Panni, imprenditore di Ciliverghe, nel Bresciano, unica vittima italiana del disastro. «Quando ho sentito che laereo stava prendendo fuoco ho capito che le fiamme ci avrebbero raggiunti in poco tempo. Allora ho cercato Letizia, lho presa per i pantaloni e ho cercato di trascinarla fuori come potevo». Ma i ricordi di Simone si soffermano soprattutto sulle fasi precedenti allatterraggio. «Siamo caduti a pochi chilometri dalla pista - continua -: cera una gran tempesta e non si vedeva niente. Il comandante ha detto che stavamo per atterrare. A un certo punto ho pensato che si fosse arrivati veramente alla fase di atterraggio, perché sembrava quasi che laereo toccasse la pista. Ma subito dopo ho cominciato a realizzare che si trattava di alberi. Cera anche un gran rumore, una gran confusione. E alla fine cè stata la botta e le fiamme. Siamo usciti dallaereo con le nostre forze. Le hostess credo che siano tutte morte».
Al lieto fine di Letizia e Simone fa da contrasto il dolore e langoscia di Paolo Panni, 28 anni, figlio di Water Panni e di Ombretta Anzoni, anche lei sopravvissuta al disastro del 737 peruviano e ricoverata allospedale di Pucallpa. I suoi genitori erano partiti due settimane fa. «Li ho portati io in aeroporto - racconta il giovane - sarebbero dovuti rientrare lunedì». Parlando con i giornalisti ieri nel primo pomeriggio, Paolo ha aggiunto: «Mamma lho sentita stamattina presto, saranno state le quattro.
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