Erba, strage premeditata Bimbo ucciso dalla donna Azouz: "Voglio vendetta"

Una feroce premeditazione scatenata da liti condominiali ha scatenato la follia omicida dei coniugi Romano e dalla dalla Procura filtrano le prime indiscrezioni dopo la confessione della coppia: sarebbe stata Angela Bazzi a uccidere il piccolo Youssef. I magistrati contestano ai coniugi la premeditazione per tre dei quattro delitti. E Marzouk promette vendetta, dice che Raffaella era incinta quando è stata massacrata, ma il pm smentisce

Erba, strage premeditata 
Bimbo ucciso dalla donna 
Azouz: "Voglio vendetta"

Erba - Emergono le prime indiscrezioni dalla Procura di Como. I magistrati lariani contestano ai coniugi Romano la premeditazione della strage compiuta l'11 dicembre scorso in via Diaz a Erba. Almeno per l'uccisione di Raffaella Castagna, del piccolo Youssef di due anni e della nonna Paola Galli. Mentre il delitto di Valeria Cherubini, la vicina accorsa alle urla dei vicini, sarebbe stato effettuato d'impulso. Dato supportato da una denuncia di Raffaella Castagna due giorni prima del delitto: avrebbe detto ai carabinieri che da qualche giorno si sentiva seguita e spiata. A uccidere il piccolo Yousef sarebbe stata Angela Rosa Bazzi e per il delitto sarebbero stati usati un coltello, un coltellino e una spranga di ferro. Da quanto si apprende il movente degli omicidi sarebbe legato ai frequenti litigi tra le due famiglie e all'imminente udienza davanti al giudice di pace che si sarebbe dovuta tenere due giorni dopo il delitto. I reati contestati sono: omicidio plurimo pluriaggravato e premeditato, tentato omicidio (il ferimento di Mario Frigerio) tentata distruzione di cadavere, occultamento delle prove.

Azouz "Raffaella era incinta quando quegli animali l'hanno massacrata. Voglio ammazzarli con le mie mani". Azouz Marzouk, il 25enne tunisino che nella strage di Erba ha perso moglie, figlio di due anni e suocera, non nasconde il suo desiderio di vendetta, dice di non riuscire a essere civile. Ma su un punto il pm lo smentisce subito: Raffaella in realtà non era incinta. "E so anche perché hanno fatto tutto questo - aggiunge Azouz -: non potevano avere figli, erano gelosi di Youssef".

Giustizia Il tunisino ora ha solo voglia di farsi giustizia da solo. Parole dettate dalla rabbia, dallo sconforto. Solo lunedì pomeriggio quando i suoi vicini di casa erano stati fermati per il pericolo di inquinamento delle prove, ma soprattutto per quello di fuga, era stato abbastanza pacato, equilibrato: "Non dobbiamo commettere l'errore che è stato fatto con me", aveva detto alludendo ai sospetti su di lui nelle prime ore. Lui che ha potuto dimostrare la sua estraneità perchè era in Tunisia. Lui che aveva invitato a "non crocifiggere qualcuno senza essere sicuri delle colpe".

Vendetta Ora quella certezza che l'ha, desidera fargli fare la stessa fine che hanno fatto fare alla mia Raffaella, al mio Youssuf. A mia suocera. E aggiunge: "Io sono uno che vive per la vendetta. Se io faccio una minchiata e finisco in galera dove ci sono quei due bastardi li ammazzo con le mie mani. Queste mani" dice mostrandole insieme a tutta la sua rabbia. Secondo lui la giustizia è che se uccidi devi essere ucciso. Ho sentito dire che altri detenuti del Bassone hanno giurato che gli faranno la pelle. Non hanno scampo. Hanno finito di vivere. Se non li ammazzano loro, lo faccio io. E infine: "Non me ne vado dall'Italia. Seppellisco i miei in Tunisia e torno. Li ammazzo. Non aspetto il processo".

Armi distrutte Sarebbero state gettate in un cassonetto dell'immondizia e, di conseguenza, sono finite nell'inceneritore situato alla periferia di Como le armi usate per la strage. Probabilmente ad occuparsi di questo aspetto è stato Olindo Romano, netturbino di professione. Avrebbe preso i due coltelli e la grossa spranga di ferro, portate con sè per buttarle nella spazzatura che lui stesso raccoglie e conferisce alla Econord, l'azienda con sede a Figino Serenza dove lavora da molti anni.

I detenuti: non li vogliamo Nel carcere di Como adottate misure speciali nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi: sono guardati a vista e da oggi viene fornito loro non più il cibo destinato ai detenuti comuni ma un vitto separato. Misura, quest'ultima, adottata nei casi in cui si intenda evitare il rischio di ipotetici avvelenamenti, tenuto conto anche della protesta in corso da parte degli altri detenuti all'indirizzo dei due coniugi rei confessi.

Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati sottoposti stamani a visita psichiatrica. L'uomo continua ad essere detenuto in isolamento nell'infermeria del carcere. La donna è in isolamento nella sezione femminile. Nelle celle di entrambi c'è la televisione ma nessuno dei due l'avrebbe accesa. 

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