Torino - Si apre domani al tribunale di Torino la causa sull’eredità di Gianni Agnelli. L’unica figlia, Margherita Agnelli de Phalen, chiede alla magistratura di ottenere l’esatto rendiconto dei beni del genitore, scomparso il 24 gennaio 2003, visto che - afferma - conosce solo quelli in Italia. Ad occuparsi del ricorso sarà la seconda sezione civile presieduta dal giudice Brunella Rosso.
Margherita Agnelli, affiancata dall’avvocato Girolamo Abbatescianni, ha citato in giudizio l’avvocato di famiglia, Franzo Grande Stevens, e il presidente dell’Ifil, Gianluigi Gabetti, indicati come i gestori del patrimonio; poi il commercialista svizzero Siegfried Maron, consulente dell’Avvocato per gli investimenti esteri dell’Avvocato, e - "ma solo per motivi procedurali", assicura il suo staff legale - la madre, Marella Caracciolo.
Gli avvocati dei convenuti affermano però che il processo potrebbe anche non avere luogo: non solo perché Grande Stevens e Gabetti "non sono mai stati i gestori dei beni", ma anche per delle questioni di giurisdizione: donna Marella (indicata dai legali come "unica possibile interlocutrice di Margherita") è residente in Svizzera. Il patrimonio di Agnelli venne diviso il 3 marzo 2004 sulla base di un inventario redatto l’anno precedente dal commercialista Gian Luca Ferrero: liquidità, arredi, opere d’arte, ville, palazzine e quote societarie.
A Margherita, però, i dubbi sono sorti quando, in questo ambito, ricevette un assegno di 109 milioni di euro dalla banca statunitense Morgan Stanley: nonostante le sue richieste, non ha potuto conoscere coordinate e titolare del conto.
Da qui l’ipotesi che una parte delle sostanze dell’Avvocato si trovi all’estero. E secondo quanto si è appreso si guarda, in particolare, ai compiti di nove società con sede in Liechtenstein (come Alkyione, nata nel 2001), in Usa e nei Caraibi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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