Serialità

Erin Doom su Netflix fabbrica altre lacrime

Il romanzo best-seller approda sullo schermo e prova a replicare il successo cartaceo

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Alla fine se l'editoria italiana galleggia lo deve molto ai libri young adult e se c'è uno young adult che rappresenta al meglio la parabola del genere è il Fabbricante di lacrime di Erin Doom. Il libro è stato prima pubblicato su Wattpad nel 2017, poi è diventato (in una versione riveduta) un titolo Magazzini Salani nel 2021. Le case editrici stavano iniziando a capire che se qualcosa funzionava sui social letterari a spedirla in libreria si poteva fare il botto senza fatica di scouting. In questo caso un botto gigante con il Fabbricante di lacrime, libro più venduto del 2022 a centinaia di migliaia di copie. Decisamente niente male per un romance un po' gotico che rinverdiva il tema dell'amore giovane e tormentato con l'immancabile spruzzatina di orfanitudine che funziona bene sin dai tempi dei fratelli Grimm (absit iniuria verbis nel collegare il duo germanico al romance).

Ora il successo di carta Netflix cerca di replicarlo sul video con l'omonimo film che arriva oggi sugli schermi e che è stato presentato ieri a Milano con Erin Doom (il cui vero nome è Matilde) presente in carne ed eleganza - si potrebbe tranquillamente scambiare per un'attrice - dal regista Alessandro Genovesi e dai giovani protagonisti. Come ha spiegato Genovesi, il film «ha cercato di rispettare il più possibile il romanzo, piegando la trama e la narrazione solo dove c'erano delle necessità imprescindibili, date dal fatto che il romanzo presenta un numero di punti di vista narrativi che non possono essere messi tutti dentro un film».

Tra le continuità, utili a tenere ancorati i fan del cartaceo, proprio la voce narrante, che ripropone quella del romanzo. Ha spiegato Genovesi: «È davvero il corpo dello stile di Erin Doom. Levandola avremmo levato una cosa che i lettori hanno amato». E in questo senso Genovesi ha avuto anche la consulenza della giovane figlia Caterina, che gli ha fatto conoscere la storia. Per il resto, come ha detto Simone Baldasseroni (che i vostri figli e nipoti conosceranno come il rapper Biondo, anche se per il film si è tinto i capelli di nero) che interpreta il protagonista maschile Rigel: «La scrittura di Matilde/Erin è particolarmente fotografica». Quindi perfetta per una sceneggiatura. Del resto la filmificazione dei romanzi è un processo inarrestabile e il Fabbricante di lacrime, libro, non fa eccezione, a tutto vantaggio della realizzazione di Netflix e Colorado Film. La trama al netto dell'ordito romance di maniera? Dopo la morte dei genitori, Nica (Caterina Ferioli) finisce tra le mura del Grave, un orfanotrofio (reso con qualche eccessivo fasto estetico nella pellicola). Ci resta sino ai 17 anni, quando i coniugi Milligan avviano le pratiche per l'adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso. Rigel è intelligente, suona il pianoforte (ma che bei pianoforti in questi orfanotrofi sontuosi) come un demone incantatore ed è davvero caruccetto (in questo, Biondo diventato moro è perfetto) ma di quel caruccio che irrita. Se avete letto il romanzo sapete come va a finire, se non lo sapete lo saprete quando vostra figlia o vostra nipote vi farà vedere il film. Facile prevedere che sarà un prodotto di successo. Uniche pecche, che quasi tutto sia stato girato in Italia e a Roma si percepisce, nonostante gli sforzi di regia. E Biondo ha il physique du rôle, la mimica giusta e i follower, ma una dizione un po' troppo centro italica, che con l'ambientazione Usa...

Ma per la versione doppiata all'estero nessun problema.

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