È durata una sola nottata loccupazione da parte di unottantina di eritrei, con permesso per motivi umanitari, di unala di un convento di suore in via Kramer, non lontano dalla prefettura. Arrivati laltra notte, ieri sono stati fatti uscire dalla polizia.
I profughi, in città da un mesetto, avevano passato le loro prime settimane accampati nei giardini di Porta Venezia, per poi trasferirsi in unex polveriera abbandonata in viale Forlanini. Dove, appena 24 ore prima, si era presentata la polizia insieme a funzionari di Comune e Provincia per censirli. Risultato: 174 presenti.
E proprio da viale Forlanini ieri sera si sono staccati unottantina di loro, per recarsi in via Kramer 18, dove si trova il monastero delle Monache Benedettine Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, che vivono in regime di clausura.
«È stata una notte terribile - ha raccontato lavvocato Francesco Santuari, che segue le vicende del monastero -. Erano le tre del mattino e le 24 suore sono state svegliate di soprassalto dal rumore di vetri rotti. Hanno appena fatto in tempo a rivestirsi e a rifugiarsi in unala del monastero, dando lallarme al 113, prima che gli occupanti invadessero le loro camere. Ma la sorpresa comunque è stata reciproca. Anche loro non si aspettavano di trovare ledificio occupato».
Lala da cui sono entrati infatti non appartiene più alle suore, ma è stata venduta a una società immobiliare che sta eseguendo lavori di restauro. La vicenda si è poi conclusa in mattina verso le 10, senza incidenti. E ora gli immigrati sono tornati nellex polveriera.
Resta però il problema di trovare una sistemazione agli immigrati, quasi tutti somali ed eritrei, sbarcati a Lampedusa allinizio dellestate. Di loro si è occupata la Commissione Regionale siciliana che valuta le richieste di asilo politico per motivi politici o religiosi. Sempre difficile da dimostrare, tanto che le Commissioni, accertata la provenienza da area di crisi, concedono quasi automaticamente il permesso per motivi umanitari senza alcun obbligo di residenza.
Il rifugiato quindi può recarsi nella città che preferisce, salvo comunicare la sua presenza alla questura. Creando non pochi problemi visto che Milano è la metà preferita di quasi tutti.
A questo punto è il Comune, ricevuta la comunicazione dallufficio stranieri, a doversi occupare del caso. Come accadde per i 300 loro connazionali che lanno scorso occuparono uno stabile in via Lecco.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.