Gli eroi di Kiev e la fuga (fallita) per la vittoria

Il professor Yuri Kuznetsov centra poco con questi avvenimenti, ma ha il merito della loro ricostruzione storica e quindi della partita più assurda mai giocata da quando esiste il calcio, più dell’immaginaria sfida dell’Estrella Polar di Osvaldo Soriano e del Gato Diaz, che pure era fantasia allo stadio estremo. La partita più assurda da quando esiste il calcio è stata giocata il 9 agosto del 1942 allo stadio Zenit di Kiev, esattamente un anno dopo l’occupazione tedesca nell’ambito dell’operazione Barbarossa, e passerà alla storia come la Partita della morte.
Josef Kordik, così come ricostruisce il professor Kuznetsov dell’Università di Houston, è un panettiere ucraino con antenati tedeschi che si ritrova in uno dei campi nazisti a gestire un forno. Le sue origini tedesche lo hanno salvato da lavori più pesanti e questo gli concede molta libertà, può girare fra le baracche e un mattino incontra Nikolaj Trusevich, il portiere titolare della Dinamo Kiev, una delle migliori squadre in circolazione in quegli anni. Kordik lo ferma, chiede notizie degli altri giocatori della squadra e Trusevich lo informa di tutto: lui finirà fucilato sulla riga di porta da un cecchino piazzato sul dischetto del rigore dello stadio Zenith di Kiev.
Ma Josef Kordik quando vede il suo eroe Trusevich non sa come andrà a finire quell’incontro, gli chiede di Georgy Timoleyev, Ivan Kuzmenko, del capitano Alexi Klimenko e chiede a Trusevich di convincerli a venire a lavorare nel suo forno, dovranno fare il pane per gli ufficiali della Luftwaffe ma cosa significa... Ci sarà più libertà, orari umani e cibo tutti i giorni, almeno quello era sicuro.
Fin qui bene, nel forno di Josef Kordik adesso ci sono otto degli undici titolari della Dinamo Kiev e quando un funzionario delle SS chiede se sono in grado di giocare una partita di calcio contro la Flakelf, la squadra degli ufficiali nazisti, il fornaio chiama tre giocatori della Lokomotiv Kiev e arriva a undici. È fatta, la squadra si chiamerà Start, ci giocano Nikolai Trusevich, Mikhail Sviridovskiy, Nikolai Korotkikh, Aleksey Klimenko, Fedor Tyuchev, Mikhail Putistin, Ivan Kuzmenko e Makar Goncharenko con l’aggiunta di Vladimir Balakin, Vasily Sukharev e Mikhail Melnik della Lokomotiv. Di alcuni si conosce la fine cruenta, ma non di tutti, perché qualcuno riuscirà a scappare e resistere fino all’arrivo dell’esercito russo, ma non ci sono prove certe, lo stesso professor Kuznetsov ha dei problemi a ricostruire la vicenda perché qualcuno continuò la sua vita con false generalità, e troppi testimoni giureranno di averli incontrati laceri e soli per le vie di Kiev chiedendo l’elemosina.
Dunque si gioca. La prima è il 12 luglio del ’42, la seconda il 17 luglio e finisce ancora 6-0 per la Start, il 9 agosto la squadra composta dagli ufficiali tedeschi chiede un terzo incontro, copre i muri della città di manifesti che annunciano la sfida e si presenta al forno di Josef Kordik: ci saranno almeno 30mila spettatori e l’alto comando tedesco, l’unica via di uscita per la Start è perdere senza ritegno, lo vuole il Richt, lo vuole il destino. Sotto gli ordini di un ufficiale tedesco che per l’occasione si sfila la divisa militare per indossare quella da arbitro, la Start strapazza nuovamente la Flakelf e firma la sua condanna a morte, così come aveva annunciato un funzionario tedesco che aveva fatto visita allo spogliatoio degli ucraini. La partita finisce 3-1, l’unica concessione sarà quella del capitano Alexi Klimenko che a porta vuota decide di tornare indietro con il pallone fra i piedi. Pagherà l’umiliazione con la fucilazione immediata. Identica sorte certa per altri cinque dello Start, Trusevich sulla sua riga di porta.
Dal 1981 lo Zenit di Kiev si chiama Start Stadium.

Gli unici eroi che sopravvissero non poterono neppure raccontare la loro storia perché l’esercito di liberazione russo li aveva accusati di collaborazionismo in quanto sfornarono il pane per le SS, nonostante sconfissero la Flakelf con il plotone di esecuzione che li attendeva.

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