Esplode stufa: incendio nel commissariato-rifugio

«Poteva essere una strage». Lo dicono i vigili del fuoco intervenuti ieri mattina in viale Gottardo per domare l’incendio divampato nell’ex commissariato di polizia di Stato occupato da circa 50 nuclei familiari italiani e stranieri. A provocare le fiamme sarebbe stata una stufa a kerosene malfunzionante, che è esplosa e ha rischiato di farne esplodere altre 17, due delle quali trovate già dilatate.
Quattro le persone salvate dai vigili del fuoco, intervenuti sul posto con sette mezzi: si tratta di due adulti e due minori che si erano rifugiati su un balcone al terzo piano e sono stati fatti scendere tramite l’autoscala dei vigili. Quattro persone (due italiani, un egiziano e un marocchino) che al momento dell’incendio erano all’interno della struttura sono state trasportate all’ospedale Pertini. Una ha riportato una frattura al polso perché caduta mentre fuggiva, un’altra ha riportato lievi ustioni alla spalla mentre altre due lievi intossicazioni per inalazioni da fumo e sono state ricoverate in codice verde. I vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile lo stabile.
Dopo l’emergenza immediata, ora c’è l’aspetto sociale da monitorare con attenzione. «Il piano di emergenza è in atto - dice il presidente del IV municipio Cristiano Bonelli -. La protezione civile sta fornendo prime forme di assistenza e ora si pensa alla sistemazione di una ventina di minori». Ma Bonelli va oltre: «L’incendio evidenzia la mancanza di sicurezza all’interno degli stabili occupati abusivamente e l’impossibilità di progettare piani di messa in sicurezza da parte delle autorità competenti».
Preoccupata anche Daniela Chiappetti, consigliere Pdl e vicepresidente della commissione Ambiente del Municipio II, che prende spunto dalla tragedia sfiorata di ieri per chiedere di «intervenire immediatamente all’interno dello stabile di Corso Italia o si rischia di essere spettatori di una tragedia annunciata». «È bene che si sgomberi lo stabile di Corso Italia all’interno del quale gli occupanti si scaldano grazie al’uso di pericolose stufette elettriche e a kerosene - dice la Chiappetti -.

Sappiamo bene che l’utilizzo di queste stufe viene prolungato anche la notte, considerato che gli occupanti dello stabile utilizzano bombole del gas per cucinare e che non esistono le condizioni di abitabilità nello stabile e la affidabilità di queste stufette è molto scarsa, abbiamo il serio e provato timore che possa accadere una disgrazia perché basta davvero poco in questi casi per far scoppiare una vera bomba con il rischio per gli occupanti e per tutti i residenti dei palazzi adiacenti».

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