Esplosione in caserma, dilaniato carabiniere
15 Settembre 2005 - 00:00Ferito a un timpano anche un maresciallo. Ancora oscura la dinamica dellepisodio. Dallautopsia di oggi attesi ulteriori elementi
Massimo Malpica
nostro inviato a Latina
Un ordigno artigianale, ma molto sofisticato con esplosivo di sintesi ad alto potenziale. Progettato per uccidere, ed entrato chissà come nel cuore di una caserma dellArma. Dove, infatti, ha ucciso. La vittima è Alberto Andreoli, carabiniere di quartiere 35enne, originario di Sessa Aurunca. Da anni un viso familiare e amichevole per gli abitanti del centro di Latina, dove si era trasferito con la moglie e due figlie piccole. Ieri pomeriggio, alle 15.40, Andreoli si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Era nellufficio denunce, al piano terra della caserma Vittoriano Cimmarrusti, sede del comando provinciale dei carabinieri del capoluogo pontino, nel centralissimo largo Caduti di Nassirya quando la bomba - che presumibilmente si trovava su una scrivania, e che lappuntato aveva forse preso in mano - è esplosa, trasformando la stanza in un inferno di schegge e togliendo la vita al giovane militare.
«C'è stato un boato pauroso», racconta il barista di un caffè accanto al comando dellArma. «Ho sentito lesplosione - prosegue - e sono corso in strada per capire che cosa fosse successo. Ho visto molti carabinieri guardarsi intorno spaesati, come me e i tanti passanti che erano lì in quel momento. Non cera fumo, non si capiva niente da fuori. Poi abbiamo saputo. Mi sembra incredibile che sia stato davvero un attentato, qui a Latina, e contro un ragazzo così mite». Sembra incredibile a molti. E allinizio girano voci contrastanti. Un colpo partito da una pistola, una tragica fatalità. Ma poi è il procuratore aggiunto Francesco Lazzaro, che si è precipitato in caserma dopo lesplosione insieme al sostituto Giancarlo Ciani, a certificare il sospetto più inquietante e a dare corpo al timore dellattentato. «Escludo che si sia trattato di un incidente ed escludo anche che si trattasse di un corpo di reato, che lesplosivo cioè fosse stato sequestrato dagli stessi carabinieri». Insomma, «lappuntato - scandisce il magistrato - è morto per lesplosione di un ordigno contenente materiale sintetico con alto potere deflagrante, inserito in un involucro presumibilmente metallico. Una bomba costruita per uccidere».
Come sia arrivata in quella stanza, a meno che non sia stato lo stesso Andreoli a portarla, dopo averla raccolta allesterno, è la domanda a cui stanno cercando di rispondere gli uomini del Racis, gli artificieri e i carabinieri del Ris di Roma, che fino a tarda notte hanno proseguito con i rilievi nella stanza. «Devastata, con i muri scheggiati, la scrivania distrutta», la descrive Lazzaro. Che esclude quasi per certo che lordigno sia arrivato per posta su quel tavolo. E non è plausibile nemmeno lipotesi che la bomba sia stata lanciata nellufficio dallesterno: la finestra che dà sulla strada, ora nascosta da un lenzuolo bianco, è protetta da una grata metallica, rimasta intatta anche dopo lesplosione. In mancanza di una firma esplicita, perché gli inquirenti ricordano come finora non sia arrivata nessuna rivendicazione, solo le analisi e i rilievi scientifici potranno ricondurre alla mano dellattentatore. Dal gesto isolato di un folle fino alla pista anarchica (esclusa però dal magistrato Vincenzo Saveriano: «Lavoriamo su altre ipotesi»), al momento ogni possibilità è stata presa in considerazione. «Cosa è successo? Al lupo al lupo non vi dice nulla? Certo non ce lavevano con il povero Alberto», spiega con gli occhi lucidi un collega della vittima che preferisce restare anonimo. Mentre, poco prima delle 21, da un ingresso laterale arriva in caserma su unauto dellArma la moglie di Andreoli, che si appoggia in lacrime alla psicologa che lha raggiunta nel pomeriggio a casa. Intanto il prefetto di Latina Salvatore La Rosa lascia la caserma dove si è incontrato con il comandante provinciale dellArma, Domenico Libertini, il questore Alfonso La Rotonda e il sindaco della città pontina, Vincenzo Zaccheo. «Sono addolorato da questa tragedia che ha colpito la nostra città - commenta il primo cittadino -, portandosi via un giovane servitore dello Stato che lascia una moglie e due figlie molto piccole. Ho convocato per domani (oggi, ndr) un consiglio comunale straordinario, e ho preso contatti con il prefetto. Speravo si trattasse di un incidente, per quanto tragico, ma lesplosione di un ordigno è davvero un episodio molto grave».
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