«Esportiamo i tesori d’arte sepolti nei fondi dei musei»

La proposta, quasi un appello alle istituzioni che si occupano (o meglio: dovrebbero occuparsi...) di Cultura, arriva dalla Fondazione Edoardo Garrone, e riguarda un modo assolutamente originale per rendere fruibile l’immenso patrimonio artistico sepolto negli archivi dei musei: «Bisognerebbe concedere questi quadri, queste sculture in comodato oneroso agli Stati esteri, in particolare a quelli anglosassoni, ma più in generale a quelli più sensibili all’arte del nostro Paese, perché li espongano a casa loro. In contropartita l’Italia otterrebbe una quantità di risorse indispensabili, in questi tempi di tagli alle spese, per conservare e tutelare il patrimonio culturale esistente».
A scandire l’appello, in maniera decisamente accorata, è Riccardo Garrone, intervenuto alla presentazione della nuova edizione delle «Lezioni di Storia» che la Fondazione, in sintonia con gli Editori Laterza, promuove quest’anno, da lunedì 29 novembre a fine febbraio 2011, a Palazzo Ducale, dopo l’enorme successo ottenuto dalla «prima» dello scorso anno (oltre 10mila spettatori entusiasti, aperti al dibattito e all’approfondimento dei temi di volta in volta trattati che andavano dal Mille alla vigilia del primo conflitto mondiale). La rassegna di quest’anno, in sequenza logica rispetto all’esperienza trascorsa, è dedicata a «Genova Italiana» e vedrà storici di fama raccontare in 9 incontri la storia contemporanea della città, dal Risorgimento ai giorni nostri. Protagonisti delle Lezioni sono Valerio Castronovo, Ferdinando Fasce, Elisabetta Tonizzi, Antonio Gibelli, Marco Doria, Luciano Canfora, Giovanni Bianconi, Stefano Termanini e Antonio Calabrò. A introdurli, sul palco, Laura Sicignano, regista e direttrice del Teatro Cargo. Tra gli argomenti di questa seconda edizione, la nascita delle grandi industrie, dall'Ansaldo alle acciaierie di Cornigliano, il fenomeno dell'emigrazione, la violenza dello squadrismo, la vittoria sul nazifascismo, la rivolta contro i fascisti, l'eversione fino all'assassinio di Guido Rossa, il rapporto tra la Chiesa genovese e il mondo del lavoro, fino alla Genova dei nostri giorni.
Al termine del ciclo delle Lezioni, la Fondazione Edoardo Garrone propone una serata conclusiva, con Ferruccio De Bortoli, Vittorio De Scalzi e Giovanna Zucconi. Nell'incontro «Genova tra oggi e domani», previsto per lunedì 7 marzo 2011, sempre alle ore 21, nel Salone del Maggior Consiglio del Ducale, si parlerà della «città di cantautori» e del futuro di Genova. Anche perché, come ha sottolineato Luca Borzani, presidente di Palazzo Ducale, «conoscere il passato è indispensabile per ragionare sul futuro, purché, come nel caso delle Lezioni, ci sia un’idea precisa di come usare la Storia, con un approccio non accademico, antiquariale, per trarne il massimo dei benefici». La chiusa è ancora una volta affidata a Riccardo Garrone, affiancato dal segretario generale della Fondazione - una sorta di Gianni Letta del premier! -, Paolo Corradi. Ed è una dichiarazione forte e chiara al mondo politico: «L’Italia ha un “prodotto“, una “materia prima“ straordinaria, il proprio patrimonio culturale.

Si è fatto troppo poco in passato, per salvaguardarlo, e il degrado è stato lento, ma graduale e costante. Occorre forse - conclude Garrone - che il presidente del Consiglio aggiunga un sesto punto ai cinque, urgenti, dell’azione di governo. Un punto che non può essere altro che il rapporto virtuoso con la nostra Cultura».

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