Plusvalenze sospette, contratti fittizi e uno «strano» giro di denaro tra il dg juventino Luciano Moggi e il presidente del Genoa Enrico Preziosi. Questa volta a parlarne è il settimanale «LEspresso» che ieri ha anticipato linchiesta domani in edicola. Due settimane fa era stato proprio Moggi a rispondere alla Procura lariana che sta indagando sui bilanci di Como, Juventus e Genoa, inguaiando lo stesso Preziosi. Dopo la cessione dal club lariano dei giocatori Piccolo e Perdezoli, adesso a finire nel mirino degli investigatori sono due ex elementi del settore giovanile del Genoa Volpe e Criscito. Sempre secondo «LEspresso» unaltra operazione spericolata si chiama proprio Alessandro Volpe, attaccante del Genoa che Moggi compra nell'estate del 2004 valutandolo 1,9 milioni di euro. L'anno dopo il calciatore è stato «tagliato» di 1,5 milioni. E la Juve, che ne aveva rilevato la comproprietà del Genoa, si è trovata - per sua stessa ammissione - un buco in bilancio di 700 mila euro. Moggi ha dichiarato che l'acquisto di Volpe a quel prezzo poi rivelatosi fuori mercato, è stato concluso per fare un favore ad Enrico Preziosi.
Nel pacchetto concordato dalla Juve con la controparte rientrava anche un altro giovane giocatore, il difensore Domenico Criscito. Nell'estate del 2004, Moggi ha fatto mettere a verbale che i due calciatori «erano stati valutati 150 mila euro ciascuno per le due metà». Il contratto depositato in Lega, però, riporta un importo complessivo di 1,9 milioni sempre per il 50 per cento dei due calciatori.
Lo stesso, insomma, che era accaduto per i comaschi Alex Pederzoli e Felice Piccolo. Nel 2003 i due calciatori erano approdati dal Como alla Juventus in comproprietà. C'era un contratto ufficiale che attribuiva ai giocatori un valore irrisorio: 20 mila euro ciascuno. Con un'altra scrittura privata, secondo «LEspresso» tenuta nascosta agli organi di controllo, la Juve si impegnava a risolvere a suo favore la comproprietà per 1,6 milioni entro un anno. Preziosi, però, nel frattempo si è trasferito al Genoa e chiede a Moggi di pagare al Genoa e non al Como. Il direttore generale accetta. Se il club lariano avesse riscosso il pagamento, l'incasso sarebbe stato confiscato dalla Lega Calcio a parziale copertura degli ingenti debiti tributari del Como. Moggi mantiene la promessa e compra alla squadra ligure altri due giocatori sopravvalutandoli di 1,6 milioni di euro, cifra uguale alla somma promessa.
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