Un’estate di divieti: all’Idroscalo niente più alcolici

Nuotare sì, bere no. Nell’estate che pone fine al divieto di balneazione all’Idroscalo, un altro divieto viene introdotto dalla Provincia che detiene la proprietà del «mare dei milanesi»: quello all’alcol. Un’ordinanza di 43 articoli approvato dal consiglio presieduto da Guido Podestà sancisce da ieri l’impossibilità ad introdurre nell’area verde bottiglie di birra, vino o altri liquidi ad alta gradazione. Il decreto, ovviamente, non riguarda bar e chioschi che popolano il bacino progettato negli anni Venti e che, nell’intenzione della Provincia, dovrà diventare sempre più un’oasi estiva per le famiglie. Tanto che l’ordinanza, approvata con 29 voti favorevoli e solo due astenuti, esclude anche la possibilità di circolazione di veicoli a motore. Intenzione lodevole per una città in cui l’ambiente resta l’emergenza più grave, ma che fatalmente si inserisce nel dibattito sui divieti che ogni anno vengono promulgati sul suolo cittadino soprattutto nei mesi estivi. Da quello di mangiare il kebap all’aperto dopo la mezzanotte a quello di consumare birre in bottiglia acquistate dagli ambulanti, da quello di chiudere tutti i locali alle due di notte a quello di fumare sigarette al parco. Il regolamento di Podestà non impedisce, come già accennato, il consumo di alcol tout court. Seduti al tavolino del bar si potrà ordinare qualsiasi cosa ma sarà impossibile portarsi da casa frigo da campeggio sospetti. E i picnic, solo ad acqua minerale? «Ovvio che la legge è stata pensata soprattutto per scoraggiare i gruppi abituati a bivaccare al parco con casse di alcol», precisano fonti della presidenza. Ma non tutti sono d’accordo sul principio, come il sociologo Francesco Alberoni secondo cui a Milano è in corso una pericolosa deriva proibizionistica. «La mia sensazione è che si stia tentando di scimmiottare il lato peggiore dell’America, vale a dire quel proibizionismo che ha già dimostrato di essere fallimentare e di provocare reazioni peggiori del male. Tutte le società del mondo sono sempre andate alla ricerca di droghe sia pur in uso moderato e i divieti quasi sempre determinano la ricerca di un’altra trasgressione. Un esempio? Non ho dubbi che il divieto al fumo, pur legittimo, a Milano abbia portato ad un incremento della cocaina. Eppoi cosa vuol dire vietare di bere al parco? I giovani andranno a sbronzarsi in strada, in macchina, oppure organizzeranno rave-party alcolici. Boh». Si mostra sorpreso dell’ordinanza anche Andrea Pontiroli che all’Idroscalo da cinque anni dirige il Circolo Magnolia che organizza giorno e notte intrattenimento e spettacoli all’aperto. «Potrei anche sbagliarmi, ma non mi risulta che nel parco ci siano problemi di ordine pubblico legati all’alcol. L’ambiente va rispettato, certo. Infatti noi concretamente abbiamo appena inaugurato un sistema di 102 pannelli fotovoltaici che hanno azzerato il nostro impatto energetico. Speriamo che qualcuno ci segua».

Più tranchant il re della movida Running Mannarelli, proprietario del Trottoir: «Siamo alle solite, invece di controllare chi delinque se la prendono con vuole solo divertirsi. Pensassero ad assumere bagnini e a controllare lo spaccio di droga. A noi costringono la chiusura alle due anche il sabato sera e tutti escono in strada a comprare alcol dai baracchini. Complimenti».

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