
Un'altra folata di vento gelido si abbatte sulle relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia, già da tempo in crisi. Il presidente americano Barack Obama ha annunciato ieri che non incontrerà a quattr'occhi il suo collega russo Vladimir Putin in occasione del vertice G20 che si terrà il 5 e il 6 settembre a San Pietroburgo. Una decisione «forte» ma non sorprendente, considerata la crescente tensione tra Mosca e Washington dopo lo scoppio del caso Datagate nello scorso giugno. Lo stesso quotidiano New York Times, molto influente negli ambienti democratici americani, aveva pubblicato un editoriale per consigliare a Obama di cancellare il faccia a faccia. Obama ha precisato che la sua partecipazione al summit internazionale rimane invece certa, facendo però ben capire che si recherà nella città russa sul Baltico unicamente «perché il vertice G20 è il principale forum dove si parla di economia internazionale con i principali leader del mondo».
La Casa Bianca motiva la cancellazione del previsto incontro tra i due leader soprattutto con la delusione per la decisione del Cremlino di concedere asilo temporaneo a Edward Snowden, il giovane hacker Usa che ha provocato enorme danno al suo Paese diffondendo un gran numero di informazioni segrete cui aveva accesso. «Ci sono momenti in cui loro (i russi) tornano a cadere nel modo di pensare e nella mentalità della Guerra Fredda», ha detto il presidente degli Stati Uniti nel corso dell'intervista al programma «The Tonight Show» del popolare presentatore Jay Leno. «Quello che diciamo a loro e al presidente Putin è che questo appartiene al passato». Intanto, «non riscontrando segni di progresso nella nostra agenda bilaterale con la Russia», Obama cancella il faccia a faccia: un modo per esprimere chiaramente la profonda insoddisfazione di Washington.
La replica del Cremlino è stata prevedibilmente risentita. «Gli Stati Uniti non vogliono relazioni paritarie con noi», si legge in un comunicato che esprime «delusione» per la scelta di Obama. Mosca lascia però uno spiraglio aperto, precisando che l'invito di Putin al presidente americano rimane valido.
Sembra però escluso che Obama torni sui suoi passi: la Casa Bianca ha già reso noto che il presidente si recherà tra il 4 e il 5 settembre a Stoccolma, aggiungendo così una tappa al suo già previsto viaggio europeo nelle stesse date in cui si sarebbe dovuto svolgere l'incontro personale con Putin. Il comunicato ufficiale insiste sul ruolo «fondamentale» della Svezia su temi molto cari a Obama quali l'avanzamento delle energie da fonti rinnovabili e la promozione della sostenibilità ambientale. Ma non è illogico, considerato il ruolo che il Paese scandinavo ha avuto e ha nel caso Assange, pensare che a Stoccolma si parlerà anche - se non soprattutto - del caso Edward Snowden.
Il clima di guerra fredda strisciante tra Mosca e Washington ha interessato nei giorni scorsi anche il mondo dello spettacolo. Le popstar americane Madonna e Lady Gaga rischiano problemi legali in Russia per aver tenuto i loro concerti munite solo di un visto turistico e, quindi, per aver contravvenuto alle leggi esistenti che richiedono visti ad hoc.
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