Per le armi chimiche siriane trasbordo in un porto italiano

Le armi chimiche siriane? Prima di venire distrutte passeranno da due navi da trasporto nordiche a una americana e il trasbordo, di cui si sapeva già, avverrà - ecco la novità - in un porto italiano. Almeno questo è quello che ha dichiarato il primo ministro croato Zoran Milanovic confermando in parte quanto annunciato qualche giorno fa alle commissioni riunite di Camera e Senato dal ministro degli Esteri Emma Bonino, che aveva parlato della disponibilità dell'Italia all'uso di un porto per il trasbordo, pur precisando che le armi chimiche «non toccheranno il territorio italiano». .
Lo scorso 30 novembre l'Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche (Opac) aveva annunciato che oltre 1.000 tonnellate dell'arsenale chimico di Damasco sarebbero state distrutte in mare, probabilmente da qualche parte nell'Atlantico, su una nave della Marina americana appositamente «modificata» per potere effettuare le operazioni. Al momento due navi, una danese e una norvegese, sono a Cipro in attesa del via libera per prendere il carico dell'arsenale chimico di Damasco che, in base all'accordo dell'Opac, entro il 31 dicembre deve lasciare la Siria. Dopo di che dovrà essere effettuato il trasbordo alla nave degli Stati Uniti. Ed è qui che entra in gioco l'Italia: l'opzione che il trasferimento si faccia in mare aperto sarebbe stata scartata perché troppo rischiosa.

Il trasbordo «non si svolgerà in Croazia ma in un porto in Italia», ha detto il premier croato alla tv pubblica, aggiungendo che «l'Italia, dopo lunghi colloqui, ha accettato che il trasbordo abbia luogo da qualche parte sul suo territorio». «Non so dove, l'Italia è un Paese grande», ha spiegato.

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