Arriva l’annuale dividendo petrolio, a ogni alaskiano 878 dollari

Dopo la scoperta di ricchi giacimenti in Alaska, il governo ha creato un fondo per gestire i lauti guadagni. La «corporation» investe in programmi scolastici e ambientali e ogni ottobre stacca una assegno per chiunque abbia passato gli ultimi 12 mesi nel territorio dello strato

Come cifra non è granché, 878 dollari al cambio ufficiale fanno 676 euro, ma si può dire che cada dal cielo e non una sola volta all’anno, bensì puntuale all’inizio di ogni mese di ottobre. È infatti il «dividendo» che L’Alaska Permanente Fund, agenzia governativa, staccherà il 4 ottobre a ciascuno dei suoi circa 650mila abitanti, attingendo a una parte dei proventi per l’estrazione del petrolio di cui il suo sottosuolo è particolarmente ricco. E per ciascun abitante non si intende capo famiglia, maggiorenne, elettore o cose del genere, ma proprio di tutti i residenti, bimbi compresi. Per cui se una famiglia è composta di quattro persone, genitori e due figli anche se neonati, riceverà quest’anno 3.500 dollari.
L’Alaska, 1 milione e 700mila chilometri quadrati quasi sei volte l’Italia, fu acquistato nel 1867 dal governo degli Stati Uniti versando alla Russia, allora proprietaria dell’immenso territorio 7,2 milioni di dollari. E si rivelò subito un affare, visto che nel 1880 vennero scoperte importanti vene aurifere in grado di fruttare un miliardo tondo tondo. Circa un secolo dopo, esattamente nel 1.959, divenne il 49° Stato degli Usa avendo tra i suoi governatori la celebre Sarah Louise Heath Palin. La Palin, 48 anni, salì alla ribalta mondiale per la sua bellezza, nel 1984 si era classificata seconda nel concorso di Miss Alaska, e per essere stata scelta nel 2008 da John McCain come sua vice nel caso di vittoria nella corsa alla Casa Bianca.
L’Alaska, finita la corsa all’oro, tornò nell’anonimato fino al 1968, quando si ritrovò improvvisamente di nuovo ricca, grazie alla scoperta di importanti giacimenti petroliferi. Una ricchezza da ripartire equamente tra tutti i cittadini e per questo viene creato l’Alaska Permanente Fund. Costituito nel 1976, raccoglie il 25 per cento di tutte le entrate del petrolio che vengono poi utilizzate per programmi scolastici e ambientali e appunto dare ai cittadini un piccolo dividendo annuale. Dal 1982 a oggi, ha distribuito 17 miliardi e mezzo di dollari, ossia l’equivalente di 13 miliardi di euro. Il fondo infatti pare sia gestito con estrema oculatezza e ha come motto: «Un rifugio per il futuro dell’Alaska». Come a dire: quando non ci sarà più il petrolio, i cittadini avranno ancora qualche piccola riserva a cui attingere.
Per poter godere del dividendo, è sufficiente solo aver vissuto nel territorio statale almeno nel corso dell’ultimo anno solare. Mentre non è importante l’età o l’estrazione sociale: ciascuno, grande o piccolo, povero o ricco, riceva la sua parte. Complessivamente in questi 30 anni i cittadini dell’Alaska hanno complessivamente incassato 34.243 dollari pari a oltre mille dollari all’anno, anche se negli ultimi anni l’assegno è andata via via calando. Dopo il picco del 2009, 1.305 dollari, l’assegno scese a 1.281 nel 2010 e a 1.174 nel 2011.

Fino ai «miseri» 878 di questo magro 2012 che verranno distribuiti il 4 ottobre a ciascuno dei 647mila alaskiani. Va tenuto conto però che i residenti hanno altri vantaggi: per esempio non pagano tasse governative ma solo quelle federali. Che è sempre un bel risparmio.

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