Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako ed ex banchiere Mukhtar Ablyazov, oppositore del presidente Nursultan Nazarbayev, ha ottenuto insieme alla figlia lo status di rifugiato politico. Lo ha deciso la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale del Viminale e lo hanno reso noto sono i legali della donna. In base alla decisione odierna, ha spiegato l'avvocato Anton Giulio Lana, verranno emessi due permessi di soggiorno per la madre e la figlia con una validità quinquennale e rinnovabili alla scadenza. Questo passaggio mette un punto fermo in una vicenda che aveva visto la donna al centro di un vero e proprio caso l'estate scorsa, con forti ripercussioni politiche. La storia di Alma inizia il 28 maggio 2013, quando viene fermata da alcuni agenti della questura di Roma, insieme alla figlia di 6 anni, mentre si trova in una villa a Casalpalocco: le forze dell'ordine in realtà cercano il marito, che non è più in Italia. Ma alla donna viene contestato il possesso di un passaporto falso. Accusata di essere entrata illegalmente in Italia, il 31 maggio Alma e la figlia vengono espulse, imbarcate su un aereo diretto in Kazakistan.
Sul Viminale e sul ministro dell'Interno, Alfano, si erano abbattute le polemiche. Il rientro avviene il 27 dicembre. «Ho temuto per la vita di mia figlia», dichiara in una conferenza stampa la Shalabayeva, poche ore prima di partire per Ginevra dove abitano figli e nipoti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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