Cinquanta morti, fra cui uno dei figli del governatore della regione russa del Tatarstan. È qui, nella capitale Kazan, Russia centrale, circa 700 chilometri a est di Mosca, che è avvenuta la tragedia: un Boeing 737 delle linee regionali si è schiantato in fase di atterraggio. Forse si è trattato di un errore del pilota, che ha tentato di atterrare due o tre volte nello scalo di Kazan; poi il velivolo si è schiantato al suolo ed è esploso. Morti i 44 passeggeri e i sei membri dell'equipaggio.
L'incidente è avvenuto alle 19.25 ora locale (le 16.25 in Italia); l'aeroporto è stato poi chiuso. La portavoce del ministero russo per le Emergenze ha detto che «secondo le prime informazioni, tutte le persone che erano sull'aereo sono morte». A bordo non c'erano bambini. Secondo testimoni, l'aereo ha perso quota molto velocemente ed è esploso al momento dell'impatto col suolo. Sul posto sono subito accorsi i vigili del fuoco che sono riusciti a domare le fiamme dopo un'ora ma per i passeggeri non c'è stato nulla da fare. I corpi delle vittime sono stati tutti ritrovati vicino al luogo dell'impatto.
Oltre all'ipotesi dell'errore del pilota, le tv locali hanno spiegato che le condizioni meteo erano problematiche, con forti venti, nuvole e temperature sotto lo zero. Una terza, eventuale pista è quella del guasto tecnico.
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