Prima azione sul fronte internazionale della Federazione Italiana Diritti Animali e Ambiente, in difesa dei randagi dell'Albania. In rappresentanza del nuovo organismo, che vede per la prima volta riunite le più importanti realtà del settore in una struttura di tipo federativo, l'on. Michela Vittoria Brambilla, ha inviato ieri, lunedì 9 aprile, una lettera-appello al primo ministro della Repubblica di Albania, Sali Berisha, perché adoperi la aua autorità per impedire la strage di cani randagi annunciata a Perrenjas, davanti alla quale - spiega - "il nostro paese non può e non deve rimanere indifferente".
Nella città dell'Albania orientale, infatti, il sindaco ha autorizzato, per combattere il randagismo, l'uso delle armi da fuoco. "L'Italia è pronta a fornire all'Albania, paese vicino e amico - comunica Carla Rocchi di Enpa, in una nota diffusa dalla Federazione - tutte le conoscenze delle procedure e gli aiuti per gestire in maniera civile e risolutiva il problema del randagismo". "Questa notizia ci lascia interdetti - afferma Laura Rossi di Lndc - e il problema non si risolve certo annientando gli animali ma prendendo coscienza della necessita di interventi in linea con il sentire di un paese civile". "Come organizzazione internazionale - spiega Massimo Comparotto di Oipa - siamo a conoscenza di altri paesi che hanno affrontato la questione randagismo in maniera decisamente diversa da quanto annunciato dal sindaco albanese, a dimostrazione del fatto che è possibile risolvere il problema senza ricorrere a stragi tanto inutili quanto crudeli". "Ringraziamo l'ambasciata italiana a Tirana per l'importante sostegno - commenta Gianluca Felicetti di Lav - e siamo certi che continuerà nell'azione di sensibilizzazione delle autorità albanesi affinché le iniziative intraprese proseguano anche dopo la soluzione della vicenda di Perrenjas".
"Illustre primo ministro - si legge nella lettera firmata dalla Brambilla - da notizie di stampa risulta che il sindaco di Perrenjas, città dell'Albania orientale, abbia autorizzato, a partire della mezzanotte di oggi, lunedì 9 aprile, l'uccisione dei cani randagi a colpi d'arma da fuoco. Sono certa che Lei converrà con me che questo metodo scelto per lottare contro il randagismo non possa essere proprio di un Paese come l'Albania, candidato all'ingresso nell'Unione europea, che sotto la sua autorevole guida ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. Mi permetto dunque di rivolgerle un appello, anche nella mia qualità di rappresentante della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, perché adoperi la sua autorità per impedire l'imminente strage, come chiedono, peraltro, associazioni animaliste del Suo Paese"
Dopo l'appello della Brambilla, la "fucilazione" è stata rinviata di 10 giorni. L'ARA dovrà ora presentare un piano alternativo per la sterlizzazione e la vaccinazione dei randagi della cittadina albanese. Poi il sindaco, che aveva autorizzato l'abbattimento dei cani a decorrere dalla mezzanotte del 9 aprile, riesaminerà la situazione. Se il piano sarà giudicato valido e fattibile, allora il Comune di Perrenjas ritirerà definitivamente il provvedimento. La direttrice di ARA, Pezana Rexha, si è dichiarata "insoddisfatta" per il carattere "provvisorio" della decisione. Sulla vicenda sono centinaia le e-mail di cittadini italiani pervenute all'Ambasciata del nostro Paese a Tirana. Di lunedì sera la lettera –appello al premier Sali Berisha inviata dall'ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla in rappresentanza della Federazione italiana diritti animali e ambiente.
"Questo primo risultato - commenta l'ex ministro - rappresenta una base sulla quale costruire una seria azione di prevenzione del randagismo, fondata su strumenti ben diversi da quelli inizialmente individuati dal sindaco di Perrenjas. Confido - conclude - che presto arriverà il ritiro definitivo del provvedimento"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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