Colorado, i biscottini alla marijuana vanno a ruba pure tra i bimbi

Medici e psichiatri hanno lanciato l’allarme, il rischio è che un’intera generazione di giovani vada letteralmente in fumo

Colorado, i biscottini alla marijuana vanno a ruba pure tra i bimbi

Danni allo sviluppo cerebrale degli adolescenti, calo del quoziente intellettivo medio e nei casi più gravi schizofrenia. È quanto rischia di succedere, e in parte sta già succedendo, nello Stato americano del Colorado, dove il commercio e la detenzione di marijuana dal primo gennaio sono libere da ogni vincolo. Amsterdam in confronto è un villaggio Amish.

Medici e psichiatri hanno lanciato l’allarme, il rischio è che un’intera generazione di giovani vada letteralmente in fumo. La legalizzazione della cannabis si sta dimostrando un affare d’oro per i produttori locali e per lo stesso Colorado, che impone su questo business un elevato prelievo fiscale. Che gli investitori pagano senza batter ciglio vista l’esplosione della domanda.

Peter Williams, un coltivatore locale di cannabis, sta facendo letteralmente una fortuna. Interpellato dal quotidiano britannico Daily Mail, dichiara candidamente che in base al volume di vendite giornaliere a fine anno potrebbe raggiungere un introito di circa 25 milioni di dollari. Il signor Williams ha sviluppato una tecnica di coltivazione particolarmente sofisticata e ha concluso accordi sia con Chicago che con Las Vegas, nell’eventualità che il commercio libero della cannabis sbarchi anche lì.

Per il Daily Mail il suo negozio è un “McDonald’s della marijuana”, con tanto di guardie armate per garantire l’ordine. Nella sola Denver, la città più popolosa, ci sono 200 punti vendita, altri 100 nel resto dello Stato. Che grazie alla marijuana sta registrando entrate fiscali da record, e chiude un occhio sugli effetti devastanti che tale commercio può avere sulla popolazione.

In vendita non si trova solo erba da fumo, ma anche alimenti e bevande “corrette” alla marijuana. E gli episodi tragici dall’inizio dell’anno non mancano. Come il diciannovenne che si è lanciato dal balcone dopo aver mangiato un biscotto alla cannabis, o la casalinga che chiama la polizia perché il marito è in preda alle allucinazioni dopo aver bevuto una bibita “corretta”. La polizia purtroppo non ha fatto in tempo, e il marito allucinato ha sparato in testa alla moglie davanti ai loro tre figli.

Il pericolo più grave sono proprio alimenti e bevande alla marijuana, in libera vendita e poco distinguibili dai prodotti standard. In particolare le barrette al cioccolato possono provocare stati di allucinazione per via della dose decisamente forte. Il rischio che questi alimenti vengano consumati da minori è elevatissimo, e nello Stato si sono registrati in questi mesi diversi ricoveri di bambini in preda al panico, con stati di ansia e allucinazioni, dopo aver consumato prodotti alla cannabis. Diversi minori portano la marijuana anche a scuola, con i rivenditori che usano per attrarli con la pubblicità anche personaggi dei cartoni come i “Flintstones”.

Ai cartelli della droga colombiana non pare vero di poter liberamente coltivare erba negli Stati Uniti e si preparano allo sbarco, pronti a fare del Colorado la loro base per l’export. E anche gli alberghi di Denver si sono adeguati al clima: dai 21 anni in poi si ha diritto alla dose di benvenuto direttamente in camera e ad un pratico vaporizzatore.

Le autorità locali, mentre incassano soldi a palate grazie alle imposte, sembrano anche rendersi conto che la situazione sta sfuggendo di mano e rischia di avere conseguenze catastrofiche.

L’amministrazione di Denver ha deciso di investire i soldi delle maxi-entrate fiscali in programmi specifici per l’educazione dei minori sui rischi delle droghe. Un tentativo, o più probabilmente lacrime di coccodrillo.

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