Il coraggio di urlare a Castro: "Abbasso il comunismo"

L’uomo viene subito portato via. Ratzinger: "Prego per chi non ha libertà". Ma il regime taglia corto: "Qui non ci sarà nessuna riforma politica"

Il coraggio di urlare a Castro:  "Abbasso il comunismo"

Un grido in mezzo alla folla. «Abbasso il comunismo». Un uomo che cerca di avvicinarsi al palco dove Papa Ratzinger sta iniziando a celebrare la messa in piazza Antonio Maceo a Santiago di Cuba. Lui è solo, in mezzo alla folla sorpresa e spaventata; grida slogan anticomunisti e per la libertà. Il blitz sovversivo dura poco. Un uomo dei servizi di sicurezza in borghese lo blocca, un altro vestito da infermiere lo colpisce al volto con uno schiaffo che lo tramortisce. Immediatamente le guardie lo portano via. Lontano dalla festa.

Cuba è una solo una bella apparenza. Fuori le strade piene di gente con le bandierine ad applaudire al passaggio del Papa, sullo sfondo un cartello che sovrasta: «La patria prima di tutto». Il dolore è lì, in quella patria che è stata mitizzata, celebrata, esaltata. Ma è appena sotto la superficie che trovi la sofferenza, il pugno di ferro di un regime che aveva già annunciato: «non saranno tollerati incidenti». E così è stato. La voce stonata che ha osato sfidare il potere è stata subito messa a tacere. Molto probabilmente l’uomo pagherà a caro prezzo il suo piccolo gesto rivoluzionario, rinchiuso con gli altri dissidenti. Eppure quel grido ribelle ha fatto rumore, i cameramen della tv colombiana CNnoticias hanno fatto in tempo a riprendere le immagini e inviarle alla televisione. Dell’episodio ha parlato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi nel corso di un briefing con la stampa subito dopo la celebrazione. Pesa, e sempre di più, il tema dei prigionieri politici. Ed è proprio per questo che in preghiera nel Santuario della Vergine del Cobre, luogo simbolo del cattolicesimo cubano ma dove Giovanni Paolo II non potè recarsi nel 1998, Benedetto XVI ha fatto esplicito riferimento alla libertà. «Affido alla Madre di Dio il futuro di Cuba, affinchè avanzi nel cammino di rinnovamento e di speranza, per il maggior bene di tutti i cubani. Fate sapere a quanti incontrate, che ho pregato la Vergine Santissima anche per le necessità di coloro che soffrono, di coloro che sono privi di libertà, lontani dalle persone care o vivono gravi momenti di difficoltà». Un «rinnovamento» che però non ci sarà. Sì perché nonostante le parole del Papa, il regime castrista non intende fare nessuna concessione. «A Cuba non ci saranno riforme politiche», ha tagliato corto Marino Murillo, vicepresidente del Consiglio dei ministri cubano e presidente della Commissione per le politiche economiche.

Murillo ha parlato con i giornalisti stranieri sottolineato che a Cuba sono in corso cambiamenti economici, ma escludendo appunto ogni riforma politica.

Benedetto XVI sulle tracce di Giovanni Paolo II. Ratzinger ha celebrato nello stesso luogo dove celebrò il predecessore, e la prima liturgia della visita pastorale nell’Isola caraibica è stata memorabile per la compostezza e il numero di partecipanti, mentre la sera inghiottiva un’enorme immagine del leader della rivoluzione che campeggiava di fronte all’altare. «Caloroso», «rispettoso» e «affettuso» sono i tre aggettivi che ieri sono stati usati dalla stampa cubana per descrivere l’accoglienza del presidente Raul e di Santiago di Cuba all’arrivo di Papa Benedetto XVI nel Paese.

Oltre 200mila fedeli ieri si sono ritrovati a Santiago de Cuba. Il presidente Raul Castro era in prima fila e ha applaudito le parole del Papa. Il Signore, ha ricordato il Pontefice nella sua omelia, «ha sconfitto il potere del male che tutto oscura e ha fatto germogliare un mondo nuovo, il mondo di Dio, della luce, della verità e della gioia». E, ha assicurato rivolto ai cattolici cubani, «non smetterà di benedire con frutti abbondanti la generosità del vostro impegno». Benedetto XVI ha esortato i cattolici di Cuba a difendere il matrimonio e la vita nascente. «Allontanarsi da Dio ci allontana da noi stessi e ci precipita nel vuoto», ha ammonito poi il Papa, sottolineando che la fede deve essere vissuta come una scelta personale, che ha poi ricadute sociali. Ieri pomeriggio il Papa è poi partito verso la capitale dove è attesa la visita con Fidel Castro che dovrebbe avvenire oggi.

Quanto a un possibile incontro con il presidente venezuelano Hugo Chavez, a Cuba per ragioni mediche, Lombardi, il portavoce è stato meno netto che nei giorni scorsi: «al seguito papale - ha detto - non è arrivata nessuna richiesta per un’udienza personale del presidente Chavez col Papa. Se poi vorrà partecipare alla messa all’Avana è libero di farlo».

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