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Cuba, fermati quattro giornalisti italiani. Indagavano sull'omicidio di Lignano

Sono stati liberati i quattro giornalisti. Interrogati per 12 ore, è stato sottratto loro il materiale realizzato. Erano sprovvisti del visto giornalistico

Cuba, fermati quattro giornalisti italiani. Indagavano sull'omicidio di Lignano

Dopo dodici ore di interrogatorio e molta paura i quattro giornalisti italiani sono stati liberati. Ilaria Cavo, di Videonews, Fabio Tricarico, operatore Mediaset, Domenico Pecile, del Messaggero Veneto e Stefano Cavicchi, fotoreporter del Corriere della Sera, sono stati fermati ieri sera a Cuba. Ai quattro cronisti è stata contestata la "violazione dello status migratorio" e nei loro confronti si sta effettuando un "procedimento amministrativo più che di natura penale". Lo ha precisato il viceambasciatore d’Italia a Cuba, Pietro de Martin, intervistato da TgCom24.

"Siamo stati trattenuti per 10 ore in una caserma di Camaguey. Ci hanno spogliato di tutto, portato via i documenti e ripulito gli scatti e le riprese fatte. È stato un blitz in grande stile, mi hanno prelevato", ha raccontato Cavicchi subito dopo la liberazione.

Secondo TgCom24 il fermo è avvenuto mentre i giornalisti realizzavano un reportage connesso all'omicidio di Lignano Sabbiadoro, nel quale sono rimasti uccisi Paolo Burgato e la moglie Rosetta Sostero il diciannove agosto scorso. Avevano realizzato una parte del servizio con Reiver Laborde Rico, il fratello 24enne di Lisandra, che ha confessato di aver commesso l'omicidio. Gli inquirenti pensano che il fratello sia stato complice della donna.

Foto e filmati cancellati, 12 ore di interrogatorio

Cavicchi ha spiegato di essere stato soggetto (audio sul Corriere della Sera), con gli altri inviati, a dodici ore di interrogatorio. Sequestrati cellulari e documenti. Alle quindici italiane il processo per direttissima. Nel frattempo sono stati ricondotti nei rispettivi hotel.

Il fotoreporter ha sottolineato che gli inviati sono stati fermati in casa di Rico. Al momento del fermo è stato cancellato il contenuto di macchine fotografiche e videocamere.

La rappresentanza diplomatica all'Avana è stato avvertita immediatamente della cosa. Il ministero degli Esteri ha poi sottolineato di essere in continuo contatto con l'ambasciata. A tenere i reporter sull'isola un problema con il visto. Cuba non permette l'ingresso dei media: per questa ragione i quattro si trovavano sull'isola con un visto turistico. Secondo fonti giornalistiche non confermate dalla Farnesina, Cavicchi e Pecile sarebbero già stati rilasciati.

Rico parla al Messaggero Veneto

Sul Messaggero Veneto e sul Piccolo c'è oggi un'intervista firmata da uno degli inviati, Domenico Pecile, a Reiver Laborde Rico. Sentito dal giornalista, Rico sostiene la propria innocenza. "Io con il delitto - dichiara - non ho nulla a che fare. Non sono scappato a Cuba ma sono tornato a Cuba perchè stava nascendo la mia seconda figlia. Lo avevo detto a tutti, anche alla mia titolare della sala giochi". Poi grida al complotto: "Mia sorella è stata costretta a dire quelle cose, non c’entriamo nulla. È opera di gente con le palle".

Brachino: "Ilaria Cavo sta bene"

"Ho sentito un familiare di Ilaria che è riuscito a mettersi in contatto con lei. Sta bene. Dice che sono stati trattati bene. Sperava che la cosa si concludesse con un decreto di istruzione.

Non ha il suo telefono, evidentemente le hanno dato la possibilità di fare una telefonata", ha dichiarato il direttore di Videonews Claudio Brachino.

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