Delhi: «Marò assassini» L’Italia in imbarazzo richiama l’ambasciatore

Delhi: «Marò assassini» L’Italia in imbarazzo richiama l’ambasciatore

Dopo tre mesi di schermaglie giuridiche, diplomatiche, profilo basso, silenzio mediatico, soprattutto del ministero della Difesa, i nodi vengono al pettine. Sulla testa dei due fucilieri di marina in galera in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono piombati capi d’accusa pesantissimi a cominciare dall’omicidio volontario, come se fossero volgari tagliagole e non militari italiani in servizio antipirateria. Il governo tecnico sembra essersi risvegliato dal torpore del basso profilo e comincia ad alzare la voce. Dopo il deposito del dossier accusatorio composto da 196 pagine è stato richiamato in patria il nostro ambasciatore in India, Giacomo Sanfelice, per consultazioni. A Trivandrum, dove i marò sono in carcere, l’offensiva è nelle mani del sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, che sta giustamente alzando i toni. Anche se non basta. Dall’Italia, Christian D’Addario, il nipote di Latorre, il principale imputato, in quanto responsabile della squadra antipirateria che era a bordo della petroliera Lexie, ha sferzato l'esecutivo. «Chiediamo al governo di battere i pugni sul tavolo e fare presto» ha dichiarato all’Ansa D’Addario, a nome della famiglia. Sul tappeto ci sono diverse opzioni a cominciare dal ritiro immediato dalla flotta antipirateria europea al largo della Somalia, ma fino a ieri la linea era morbida.
Al tribunale di Kollam il commissario Ajith Kumar, capo del Gruppo speciale investigativo sulla morte di due pescatori che ha coinvolto i marò, ha presentato il rapporto alla base delle accuse. L'incidente del 15 febbraio, secondo gli indiani, è avvenuto a 20,5 miglia dalle loro coste. Non in acque territoriali, ma in quelle contigue. Per dimostrare la colpevolezza sono state presentate 46 prove «materiali» e 126 documenti. Gli investigatori hanno sentito 60 testimoni a sostegno della tesi dell’omicidio. Il voluminoso dossier contiene anche la tanto attesa e controversa perizia balistica, che secondo gli indiani inchioderebbe Latorre e Girone. Le accuse ipotizzate, secondo quattro articoli del codice penale indiano, sono pesanti: omicidio volontario, tentato omicidio, concorso in omicidio e danneggiamenti. Non si capisce bene se sia stata avanzata anche l'accusa assurda di associazione a delinquere, come se ci fosse stato un piano criminoso organizzato da una banda di delinquenti.
Il dossier è stato consegnato all'ultimo momento perchè oggi scade il termine massimo di 90 giorni per la presentazione delle accuse previsto dalla legislazione indiana. In caso contrario i fucilieri avrebbero dovuto venir scarcerati. Si tratta, però, di un annuncio: ieri pomeriggio la difesa dei marò non aveva ancora ottenuto il dossier. «A questo punto, vogliamo vedere le carte dell'accusa: i motivi, gli argomenti e soprattutto le prove balistiche per poterci confrontare a viso aperto» ha annunciato De Mistura da Trivandrum, capoluogo dello stato del Kerala. Il sottosegretario, che ha incontrato Latorre e Girone, li ha trovati «delusi. Dobbiamo tenere alto il loro morale». I due marò dovevano venir trasferiti in una guest house, praticamente agli arresti domiciliari, ma sono ancora in carcere. Con mille scuse le autorità locali hanno rinviato il trasferimento fra 20 giorni per non infastidire l’opinione pubblica che deve votare un seggio suppletivo in parlamento, dove la maggioranza è risicata. Non a caso l'incontro di ieri fra De Mistura ed il governatore dello stato, l'ineffabile Oommen Chandi è stato teso e gelido. «A questo punto più che le parole contano i fatti» ha sbottato De Mistura alla fine dell'incontro. «Gli ho manifestato (a Chandi ndr) il mio disappunto - ha spiegato il sottosegretario - perché l'unica cosa che lui poteva e doveva fare nella vicenda dei marò era eseguire la richiesta della Corte suprema di rendere operativo il trasferimento invece di accettarla allontanandone però l'esecuzione di altri 20 giorni».
De Mistura ha intenzione di mostrare i denti e ieri sera ha partecipato ad un dibattito sulla Cnn indiana.

«Voglio illustrare la posizione dei marò e cambiare la percezione che alberga in molti indiani ovvero che hanno sparato o che, se lo hanno fatto, è stato senza alcun motivo. I marò facevano il loro dovere e comunque vanno giudicati a casa propria». Nel frattempo, però, circolano indiscrezioni sull'inizio del processo in India a carico di Latorre e Girone nell'ultima settimana di maggio.

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