Neanche il tempo di chiudere i festeggiamenti per la rielezione di Obama che è arrivato - inaspettato - l'annuncio choc delle dimissioni del direttore della Cia. David Petraeus, l'ex generale tutto d'un pezzo, l'eroe a quattro stelle, diplomato alla rinomata Accademia militare di West Point, alla guida delle guerre americane degli ultimi anni, lascia la testa della Cia: ha tradito. Non l'America, la moglie. Ma è lo stesso, è un passo falso che non si può perdonare al capo della più potente organizzazione di spie al mondo. È un terremoto, attutito solo dall'accortezza tutta politica di dare l'annuncio a elezioni finite. Un colpo così avrebbe rischiato di mettere ko anche la rielezione di Obama.
L'uomo alla testa dei contingenti americani in Irak e Afghanistan, quel leggendario comandante che tutti si aspettavano di vedere ancora solidamente parte dell'Amministrazione Obama, ha affrontato gli insorti iracheni e i talebani, ma non le telecamere. Ha affidato a un pezzo di carta la scomoda verità che mette fine alla sua carriera, con un chiaro e pubblico mea culpa. La sua dichiarazione è stata consegnata ai vertici dell'Agenzia e poco dopo postata online. Petraeus ha fatto un mea culpa senza sconti: «Dopo un matrimonio di 37 anni ho dimostrato cattivo giudizio e ho avuto una relazione extraconiugale. Questo comportamento è inaccettabile sia come marito sia come leader di una organizzazione come questa». La conclusione era scontata: «Ieri pomeriggio sono stato alla Casa Bianca e ho chiesto al presidente il permesso di dare le dimissioni per ragioni personali». Permesso accordato, ha risposto evidentemente il comandante in capo, anche se dopo l'annuncio ha reso l'onore delle armi: «Uno dei più eccezionali ufficiali della sua generazione». E infatti, il generale che oggi mette fine alla sua carriera con un inaspettato scandalo, capo di una leggendaria agenzia di intelligence, ha un curriculum di soldato eccezionale, proprio come ha detto Obama.
David H. Petraeus era diventato direttore della Cia nel settembre 2011 dopo aver lasciato l'esercito, in cui ha servito 37 anni. Sotto George W. Bush, il generale è stato l'architetto nel 2007 di quel «surge» - aumento di truppe - cui si deve la fine del conflitto in Irak. E' stato poi alla testa del Comando centrale americano, dal 2008 al 2010, per poi sostutuire un altro generale dimessosi per uno scandalo - Stanley H. McChrystal, come comandante della missione ISAF e delle forze americane in Afghanistan. Sul generale a quattro stelle i suoi soldati in Irak e Afghanistan amavano raccontare miti e leggende, la maggior parte sulla sua formidabile forma fisica, nonostante i 58 anni - le sue infinite corse all'alba, le gare di flessioni con i militari più giovani, vinte immancabilmente da Petraeus. Era diventato un mito anche la pallottola che nel 1991 gli aveva sfiorato il cuore durante un addestramento, senza però fermarlo. In seguito ai successi in Irak e Afghanistan, molte erano state le voci che lo volevano interessato alla Casa Bianca. Al suo posto, ha annuciato ieri il presidente Obama, andrà Michael Morell, vice direttore della Cia e da tempo funzionario dell'agenzia.
E' lui che la settimana prossima si presenterà al posto di Petraeus a testimoniare a Capitol Hill sull'attacco di Bengasi dell'11 settembre, per il quale l'Amministrazione Obama è ancora sotto lo scrutinio dell'opposizione repubblicana e dell'opinione pubblica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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