E' il giorno della Le Pen Sarkò gioca la carta di Giulià

Il presidente testa a testa con Hollande. A rovinargli la festa la candidatura ufficiale della leader del Fronte Nazionale. E intanto esce la prima foto "segreta" della figlia

E' il giorno della Le Pen  Sarkò gioca la carta di Giulià

Che delusione deve essere stata per Nicolas Sarkozy quando ha saputo che anche la Le Pen si sarebbe candidata. E pensare che mancavano solo tre giorni e il tempo per le candidature sarebbe scaduto. A quel punto forse avrebbe potuto tirare un sospiro di sollievo, congratularsi con i suoi consiglieri e tirare dritto per la sua svolta a destra. Aveva finalmente il vento in poppa Nicolas.

Ci aveva messo un po’, rincorrere il suo avversario socialista Hollande non era stato facile. Forse all’inizio c’era stato un errore di valutazione. Gli aveva lascito troppo tempo, troppo spazio per giocare da solo; Sarkozy aveva dovuto fare in tre settimane quello che l’altro aveva fatto in sei lunghi mesi di campagna elettorale. Uno sforzo enorme che non era riuscito a impressionare i francesi. Allora era dovuta intervenire la moglie Carlà a dire: «Mio marito lavora troppo, temo che muoia».

In televisione, accanto ad un Sarko in difficoltà per le sue spese folli, aveva assicurato i francesi: «Io e mio marito siamo gente modesta». Sorrisi, applausi. Giù le carte. Tutte. Ieri, per la prima volta sono uscite le foto di Carla con in braccio la piccola Giulia. Strane coincidenze. Per mesi la mamma presidenziale aveva assicurato e giurato che la privacy della sua bambina sarebbe stata protetta. Al di sopra di tutto. Eppure di lei sappiamo già tantissimo. Finalmente dorme fino a mattino inoltrato e Carla ha dovuto rinunciare all’allattamento al seno totale, e il latte in polvere lo acquista personalmente «maman» nella farmacia vicina all’Eliseo, Faubourg Saint-Honorè. Quadretto felice, puntuale nel giorno dei sondaggi positivi per il marito, allietato dall’immagine della felice famiglia allargata.

Al super comizio in banlieu a Villepinte, Carlà aveva preso posto in prima fila con i figli di lui. Vicino un Gerard De Pardieu che applaudiva: «Molti lo amano, io gli voglio bene». Sul palco il presidente, con la camicia zuppa, infervorato come non mai, perfetto davanti a una folla di sessantamila persone, bandiere al vento e la Marsigliese cantata con la mano sul cuore. Era la svolta architettata dal suo quartier generale. Virare a destra per vincere.

Cambiare marcia, radicalizzare a destra i temi elettorali. L’idea della «Francia forte» parte da qui. «Ci sono troppi stranieri se sarò rieletto mi impegno a dimezzare il numero annuale degli ingressi». E poi l’Europa, una nuova Shengen conto le frontiere colabrodo e il Buy European Act per garantire le imprese europee.
Una ricetta che stava funzionando. Ieri mattina per la prima volta dalla sua discesa in campo i sondaggi gli davano ragione: avanti rispetto a Hollande. «Non vi ho creduto quando mi avevate detto che era tutto finito e non vi credo più quando mi dite che ci stiamo riprendendo», ha detto Sarkozy a proposito dell’ultimo sondaggio, senza però riuscire a nascondere un sorriso.

Poi la doccia fredda. Ora che la sua campagna elettorale iniziava a ingranare, ora che iniziava a rimontare nei sondaggi, Marine Le Pen gli ha rotto i piani. Ieri è arrivata la sua candidatura ufficiale. E per Sarkozy è tutto da rifare. è lei la vera minaccia per il presidente. La leader dell’ultradestra ha vinto la corsa contro il tempo, ha ottenuto gli ultimi sostegni politici necessari per essere in regola. Marine è partita in ritardo, ma lei è forte nei sondaggi, che le accreditano un 16-18% di voti. «La mia presenza alle elezioni è il risultato di una lunga battaglia. Milioni di cittadini possono ricominciare a sperare», ha detto la leader del Fronte Nazionale oggi a Lille. Marine Le Pen ha ragione, lo dicono i numeri. Il 63 per cento dei francesi riteneva infatti che l’assenza della Le Pen sarebbe stata «grave per la democrazia».

E lei da mesi accusava «i grandi partiti» di fare pressione sui sindaci per tenerla fuori dalla corsa elettorale. Dopo aver ottenuto l’appoggio dell’ex attrice Brigitte Bardot, irriducibile animalista, la Le Pen è dovuta ricorrere perfino a una società di televendite. Proprio come aveva fatto nel 2007 suo padre, Jean-Marie Le Pen, fondatore e storico leader del Fronte Nazionale.


Ora la strada per Nicolas è più in salita di prima, i sondaggi ieri sera tornavano a dare per favorito Hollande. Dall’altra parte dell’Atlantico, il Wall Street Journal, ribattezza Sarkozy, «Nicolas Le Pen», Si riferiscono alla sua politica «cinica» e dalle venature «xenofobe». Sarà questa la strada?

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