E sui marò: «Con cocciutaggine e sano realismo, possiamo farcela anche con loro»

E sui marò: «Con cocciutaggine e sano realismo, possiamo farcela anche con loro»

Padre Paolo Dall'Oglio «pare sia sequestrato da un gruppo islamico» che è una «versione locale di Al Qaida». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino, intervenendo ieri alla trasmissione televisiva Unomattina. Scomparso fa in Siria, del gesuita non si hanno notizia da una settimana. Sappiamo solo - ha aggiunto la Bonino - che «ha lasciato detto “se entro 72 ore non torno, preoccupatevi”. Le ore sono passate ma ce ne stiamo occupando, anche se un po' al buio perché non abbiamo dettagli, non sappiamo con chi stava trattando». Quel che è certo - spiega poi la Bonino a margine del vertice bilaterale Russia-Italia a Villa Madama - è che la Farnesina esclude un blitz: il rapimento da parte di una organizzazione di al Qaeda in Siria «mi spinge a dire che non vi alcuna alternativa di natura militare in campo». Lunedì i Gesuiti del Medio Oriente, con una nota inviata all'agenzia vaticana Fides e firmata dal provinciale padre Victor Assouad, avevano espresso «inquietudine profonda» per la sorte di Dall'Oglio e di un altro confratello.
Intanto, sempre sul fronte siriano, la leader della Farnesina fa capire di non essere pessimista dell'altro italiano sparito nel Paese in piena guerra civile: il giornalista inviato della Stampa Domenico Quirico. «Capirete tutti le difficoltà. Non ci diamo per vinti. Sono fiduciosa». E ancora: «Sono speranzosa anche se è molto difficile perché i gruppi che combattono sono molto diversi». E non «solo per la telefonata ma anche grazie ad altri contatti, con diversi canali, che si interrompono e riprendono», ha detto. «Vorrei dire a Quirico e a sua moglie che non ci diamo per persi».
Il capo della Farnesina ha poi affrontato l'altra questione scottante, quella dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti in India. «Obiettivo del governo, mio e del ministro Mauro, è riportarli a casa. Con cocciutaggine radicale e sano realismo, ce la possiamo fare».

La Bonino non si sbilancia nei giudizi sulla controparte indiana e sui tempi lunghi per la soluzione della vicenda dei due fucilieri, dei quali ha sottolineato il comportamento «dignitoso», così come quello «delle loro famiglie»: «Sulla lentezza della giustizia indiana non mi pronuncio. Sono italiana, non posso dare lezioni a nessuno».

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