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Egitto, i Fratelli musulmani: "Il primo turno è nostro"

I Fratelli musulmani hanno annunciato di essere in testa all'elezione presidenziale e hanno dichiarato che la sfida del ballottaggio sarà tra il loro candidato Mohammed Morsi e l'ex primo ministro di Hosni Mubarak, Ahmed Shafik

Egitto, i Fratelli musulmani: "Il primo turno è nostro"

Il Cairo - I Fratelli musulmani hanno annunciato di essere in testa all'elezione presidenziale e hanno dichiarato che, secondo i loro exit poll, la sfida del ballottaggio sarà tra il loro candidato Mohammed Morsi e l'ex primo ministro di Hosni Mubarak, Ahmed Shafik. Un funzionario dell'organizzazione ha detto alla Reuters, mentre il conteggio delle schede continua ad andare avanti nel Paese in cui hanno votato 50 milioni di elettori, che Morsi avrebbe il 25% delle preferenze, Shafik il 23 e l'islamista ed ex membro del Fratelli musulmani Abdel Moneim Abul Fotouh il 20%.

I risultati ufficiali non saranno resi noti fino all'inizio della settimana prossima, ma rappresentanti dei partiti in gara possono assistere allo spoglio. Se i numeri della Fratellanza fossero esatti, il risultato del primo turno ricreerebbe una dinamica che ha caratterizzato il passato politico dell'Egitto per decenni: quella tra opposizione islamista, da sempre la sola forza anti-governativa organizzata nel Paese, e l'ex regime.

Ahmed Shafik, ex militare che ha servito come primo mnistro del rais Hosni Mubarak, deposto dalla rivoluzione del gennaio 2011, è considerato un "falul", in dialetto egiziano un "avanzo", un "resto" dell'antico ordine. Un ballottaggio tra Shafik e Mohammed Morsi solleva preoccupazioni per la stabilità interna del Paese. Gli oppositori dell'ex primo ministro hanno promesso di tornare in strada se eletto.

La campagna elettorale dell'ex uomo di Mubarak, in un Egitto piegato dalla crisi, dall'aumento della disoccupazione e dell'inflazione, ha giocato sul sentimento di insicurezza presente nelle strade del Paese. Shafik promette infatti la stabilità dei giorni prima della rivoluzione. Un suo ingresso a Palazzo garantisce anche una facile relazione con l'esercito, che è pronto a tornare nelle proprie caserme ma non ad abbandonare totalmente il timone degli affari interni.

Ahmed Shafik, come Mubarak prima di lui, era nell'aviazione militare, e ha fatto parte dei vertici in divisa: manterrà lo status quo del passato. Dall'altra parte, una vittoria di Morsi consegna agli islamisti presidenza e Parlamento, conquistato a novembre. Il consolidarsi del movimento religioso è uno scenario difficile da accettare per i militari.

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