Egitto, milioni contro Morsi: vittime e centianaia di feriti

Milioni di persone in piazza in tutto l'Egitto: al Cairo assaltata sede dei Fratelli Musulmani. Vittime nella capitale e in altre città. Ma Morsi tiene duro. Si dimettono 4 ministri

Egitto, milioni contro Morsi: vittime e centianaia di feriti

È stallo in Egitto dopo che ieri milioni di persone hanno letteralmente invaso le strade per chiedere le dimissioni del presidente Mohamed Morsi, appena un anno dopo il suo insediamento. Sette le vittime nelle violenze. Da piazza Tahrir al Cairo, davanti al palazzo presidenziale nel quartiere di Heliopolis, alle principali città egiziane, tra cui la seconda più importante, Alessandria, le dimostrazioni sono state le più imponenti dalla rivolta della primavera araba che portò alla deposizione di Hosni Mubarak. E adesso la Fratellanza Musulmana è di fatto assediata dai leader dell’opposizione che oggi pomeriggio si incontreranno per decidere le prossime mosse.

L'opposizione ha lanciato un ultimatum a Morsi: "Deve lasciare il potere entro domani, alle 17, altrimenti sarà disobbedienza civile". Gli scontri sono già scoppiati ieri, nel tardo pomeriggio. Un 26enne è rimasto ucciso e molti altri feriti quando i manifestanti al Cairo hanno attaccato il quartiere generale dei Fratelli Musulmani. L’edificio è andato in fiamme mentre decine di persone lo assalivano lanciando pietre e bombe molotov. I sostenitori della Fratellanza hanno reagito sparando pallettoni e si è sentito anche il fuoco di armi automatiche. Almeno tre vittime sono state uccise ad Assiut, nell’Alto Egitto: i tre partecipavano a una manifestazione anti-Morsi che è stata attaccata da ignoti; uno degli uccisi è stato colpito alla testa da uomini armati su una motocicletta. A Beni Suef, a sud del Cairo, un manifestante di 25 anni è morto in ospedale per le ferite riportate in un attacco di sconosciuti contro manifestanti anti governativi. E vittime ci sono state anche a Fayoum. Molti degli incidenti sono avvenuti all’esterno delle sedi del partito Libertà e Giustizia, il braccio politico della Fratellanza Musulmana.

Secondo il ministero della Sanità, nelle violenze oltre seicento persone sono rimaste ferite. Gruppi di attivisti hanno denunciato che almeno 43 donne, tra cui una giornalista straniera, hanno subito aggressioni sessuali organizzate durante le manifestazioni di piazza Tahrir. Un influente imam sunnita, che vive in Qatar ma domenica era al Cairo, Sheikh Youssef Qaradawi, pur ammettendo errori da parte del presidente, ha esortato gli egiziani perchè abbiano più pazienza con Morsi. "Avete dato trent’anni a Mubarak, non potete concedere un anno a Morsi? Un anno è sufficiente per risolvere i problemi di 60 anni? È impossibile. Dobbiamo dare a quest’uomo una possibilità e aiutarlo, tutti devono collaborare". "Il dialogo è l’unico modo attraverso il quale possiamo arrivare alla comprensione", ha fatto sapere il portavoce di Morsi, Ehab Fahmi, assicurando che la presidenza è "aperta a un dialogo nazionale reale e serio". Ma quanto a dimettersi non se ne parla: Morsi sostiene che egli ha la legittimazione popolare e che l’opposizione sta semplicemente cercando di ottenere con la piazza quello che non è riuscita ad avere nelle urne.

Intanto si sono dimessi quattro ministri del governo mentre i Fratelli Musulmani annunciano una risposta alle violenze degli ultimi giorni. I ministri sono quelli del Turismo, Ambiente, Comunicazione e Affari Legali: secondo quanto riferito da una fonte ufficiale, i titolari di questi dicasteri hanno annunciato le loro dimissioni con delle lettere inviate al premier Hisham Qandil.

Il ministro del Turismo Hisham Zazou aveva già lasciato l’incarico a giugno e al suo posto Morsi aveva nominato Adel al-Khayat, un membro del partito islamista Gamaa Islamiyaa, coinvolto nel massacro di 50 turisti nel 1997 a Luor. Zazou era però tornato al suo posto dopo le dimissioni di Khayat.

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