Equivoco europeo Il «Partito di Allah» resta interlocutore

Tel AvivL'Unione europea ha deciso d'inserire l'ala militare del movimento sciita libanese Hezbollah nella lista nera del terrorismo. L'annuncio è arrivato dopo mesi di discussioni e le costanti pressioni d'Israele e Stati Uniti, che definiscono già da tempo il Partito di Dio alleato di Teheran un gruppo terroristico.
Per anni, Bruxelles ha mostrato scetticismo e temuto che una mossa simile potesse incrinare non soltanto i rapporti tra l'Unione e il Libano, ma soprattutto la stabilità del piccolo Paese levantino, in cui dal 2011 Hezbollah, in quanto partito, ha un robusto ruolo politico.
Poi, a febbraio, sono arrivati dalla Bulgaria i risultati di un'inchiesta sull'attacco terroristico che a luglio del 2012 ha ucciso sul Mar Nero cinque turisti israeliani. Secondo gli inquirenti di Sofia, all'origine dell'attentato ci sarebbe l'ala militare di Hezbollah: abbastanza per far cambiare corso alla burocrazia di Bruxelles che, ha ricordato ieri il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, «non starà ferma» davanti ad azioni terroristiche sul proprio suolo. La nuova decisione apre la porta al congelamento degli asset dell'ala armata di Hezbollah e a un eventuale divieto di viaggio in Europa dei suoi rappresentanti militari.
In Israele - per il quale le milizie sciite libanesi rappresentano una costante minaccia lungo la frontiera Nord - la notizia è stata accolta favorevolmente, anche se per molti politici l'Europa avrebbe potuto fare di più. Soddisfatto della mossa di Bruxelles, il premier Benjamin Netanyahu ha criticato però la distinzione fatta dai ministri dell'Unione tra ala militare e politica del gruppo. Così ha parlato anche l'ex ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, secondo il quale, «come al solito», l'Europa sarebbe arrivata soltanto a metà strada.
«La decisione dell'Unione rischia di non avere forti implicazioni - spiega al Giornale Shlomo Brom, analista dell'Institute for National Security Studies di Tel Aviv - la distinzione tra ala politica e militare è artificiale. È la parte politica, infatti, che decide le mosse del braccio militare». Lo stesso movimento Hezbollah, come ricorda l'esperta libanese Amal Saad Ghorayeb, non fa alcuna differenza tra braccio politico e braccio armato. Con la distinzione, però, l'Europa cerca di salvaguardare i propri rapporti con il governo libanese, di cui Hezbollah è parte, e che tramite le parole del premier Najib Mikati ha già criticato la mossa di Bruxelles.
Non c'è soltanto l'inchiesta bulgara all'origine della decisione europea.

Il sempre più esplicito coinvolgimento delle milizie sciite libanesi nella guerra siriana, accanto alle forze del rais Bashar El Assad, ha certamente contribuito a spingere l'Europa a inserire Hezbollah nella sua lista nera.

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