Il giorno dopo è quello del silenzio. Dello strazio e del dolore. Cè una famiglia distrutta, quella del rabbino Jonathan Sandler. Resta la moglie e la bambina più piccola. Il marito e i due figli Gabriel e Arieh sono stati uccisi. A freddo. Da un killer ancora a piede libero che potrebbe tornare a colpire ovunque. È questa la grande paura che oggi hanno i francesi. La Francia è nuda. Disarmata. Un poliziotto guarda a terra: «Lo stiamo studiando e lo prenderemo». La caccia al killer è aperta. Si cerca nel sud del Paese. Il ministro dellInterno francese Claude Gueant, ha ammesso che il killer di Tolosa e che aveva già ucciso tre parà francesi di origine nordafricana, non è stato ancora identificato e cè il rischio che compia un quarto attentato. «È entrato in una dinamica di guerra». È una corsa contro il tempo, si tenta di rimettere insieme i pezzi. A disposizione cè lidentikit di questuomo che ha sparato a tutte le sue vittime alla testa. Ha ucciso prima il rabbino Jonathan e poi i suoi due figli, Gabriel e Arieh di tre e sei anni che ha cercato inutilmente di proteggerli con il suo corpo. Luomo è entrato a scuola. Come una furia ha inseguito i bambini. Erano urla, grida, spari. Ha preso la mira su Miriam, forse più lenta degli altri a fuggire. Otto anni, figlia del direttore. Le ha sparato un colpo dritto alla testa. Altri spari, nella mischia, nel fuggi fuggi generale. Un proiettile ha colpito anche un ragazzo di 17 anni che ora combatte allospedale. Poi la fuga, vigliacca, ben organizzata, a bordo del suo scooter. È un lampo. La polizia arriva e di lui non resta traccia. Ieri alle 11 le scuole di tutta la Francia si sono fermate in memoria delle quattro vittime di Tolosa. Non succedeva dall11 settembre.
Gli inquirenti francesi indagano su una chiamata sospetta a bordo di un treno. In particolare ci sarebbe un testimone che dice di aver assistito a una strana conversazione telefonica di una donna che il giorno della strage le stava seduta vicina a bordo di un treno nella regione parigina. La polizia cerca le tracce della donna nei video delle telecamere a circuito chiuso delle stazioni della banlieue parigina, nel tentativo di identificarla. La donna era al telefono con un uomo e sembrava molto scossa da ciò che le stava dicendo il suo interlocutore. «E adesso, te la prendi con una scuola», avrebbe detto lei, piangendo al cellulare. Secondo alcuni testimoni lassassino aveva una piccola telecamera legata al collo, (proprio come aveva suggerito Breivik) con la quale ha probabilmente filmato la strage. Si sta setacciando Internet per accertare se per caso ha postato il video. Intanto 130 ufficiali della polizia giudiziaria ed esperti di profili psicologici della polizia stanno cercando di individuare elementi del carattere dellassassino e del suo modus operandi che possano fornire una traccia per catturarlo. «Cè una «periodicità, agisce ogni 4 giorni», dicono dalla Procura. «Abbiamo di fronte un individuo estremamente determinato, armato, che ripete il suo procedimento operativo con sangue freddo e con una chiara scelta delle vittime, determinate chiaramente», ha messo in guardia Francois Molins, procuratore di Parigi. Lassassino di Tolosa è lo stesso di Montauban dove ha ucciso due parà (un terzo a Tolosa) «si sente braccato. Le 7 vittime sono state uccise con una pallottola alla testa dallomicida seriale che gira in sella a un potente scooter. Stiamo seguendo tutte le piste possibili». Il presidente Nicolas Sarkozy con Carla Bruni hanno partecipato al lutto alla sinagoga Nazareth di Parigi. «Abbiamo ancora un mostro in libertà, ha detto lui. Ciò che mi colpisce è la freddezza con cui ha agito. Quando afferri una ragazzina e le infili un proiettile in testa, senza lasciarle alcuna possibilità, sei un mostro, un mostro antisemita». Poi ha frenato sulla pista neonazista: «Non lo sappiamo, dobbiamo essere prudenti finchè non arrestiamo qualcuno». In Israele, dove per volontà dei familiari saranno seppellite le vittime, alla presenza del ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, il governo ha chiesto a Parigi di agire con celerità per assicurare il responsabile alla giustizia.
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