Dire che Gérard de Villiers è uno scrittore che si è arricchito vendendo cento milioni di copie in tutto il mondo sarebbe riduttivo. L'autore francese è uno sceneggiatore di vita vera. Mica vite comuni, come le nostre, strizzate tra una corsa in ufficio, la lavatrice, le bollette da pagare. Il protagonista della collana che lo ha reso famoso, «segretissimo S.A.S.», è Malko Linge, spregiudicato aristocratico (S.A.S. sta per «Sua Altezza Serenissima») che lavora per la Cia, per conto della quale viaggia da un capo all'altro del globo, si destreggia in complesse vicende di spionaggio, ambientate nelle zone più calde - non solo in senso climatico - e vissute sempre sul filo del rasoio.
Tutto lontanissimo dalla realtà. Oppure no. Perché molto di quanto descritto nei libri della fortunata collana anticipano fatti realmente accaduti. O dipingono in modo così realistico luoghi e situazioni da essere diventate un cult tra gli addetti ai lavori dell'intelligenze mondiale. Così sostiene l'International Herald Tribune, che cita più di un caso in cui de Villiers ha avuto, nelle sue storie, la vista parecchio lunga. Profetico ne La strada di Damasco, ambientato durante la guerra civile siriana, in cui racconta l'attacco (con la regia occulta dei servizi segreti americani e israeliani) ad uno dei centri operativi del regime, nei pressi del palazzo presidenziale. Proprio lì l'attacco c'è stato davvero, un mese dopo. Ne I folli di Bengasi, uscito sei mesi prima del settembre 2012, data in cui è stato ucciso l'ambasciatore Usa in Libia J. Christopher Stevens, descrive la base Cia (all'epoca segreta) dove Stevens si spostò nel tentativo di sfuggire alla folla. In altro libro della collana, uscito nel 1980, narra la morte del presidente egiziano Anwar el-Sadat per mano di un gruppo di islamisti con un anno di anticipo sul fatto reale. Tutte coincidenze? Non proprio.
Se lo scrittore fa storcere il naso all'intellighenzia francese - perché il suo protagonista Malko è un «eroe negativo» con parecchio pelo sullo stomaco, e si abbandona a sessioni erotiche che rasentano il perverso - piace, invece, proprio negli ambienti che fanno da scenario alle sue storie. De Villiers, oggi 83enne, quattro matrimoni alle spalle, due figli e ora una biondona con 30 anni meno di lui come fidanzata, ha impegnato buona parte della sua vita coltivando rapporti con spie e diplomatici di mezzo mondo e traslando tutto quello che recepiva nelle sue storie. Il risultato è che il suo nome, dopo 200 libri pubblicati - al ritmo di quattro o cinque all'anno, e usciti sempre negli stessi mesi dal 1964 ad oggi - è diventato un «passe-partout» nel mondo dell'intelligence. E i suoi testi sono considerati quasi una «cassetta degli attrezzi».
I motivi? L'utilità: «Chi mi dà le informazioni - spiega lo scrittore, che cammina con l'aiuto di un girello, ma pure così va velocissimo - lo fa perché vuole che vengano fuori e sa che un sacco di gente e tutte le agenzie di spionaggio, leggono i miei libri». La vanità: «A tutti piace parlare con chi apprezza il loro lavoro, e se la fonte è uno della diplomazia militare, poi può mostrare agli amici il libro in cui uno dei personaggi è praticamente il suo ritratto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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