Gradimento sotto il 50%. E i compagni lo criticano

Gradimento sotto il 50%. E i compagni lo criticano

Socialisti a congresso estivo nel tradizionale feudo de La Rochelle, nell'ovest della Francia, con qualche mugugno sulla politica del presidente Hollande e del premier Ayrault già a tre mesi dall'inizio della nuova avventura della gauche al potere. Molti i temi, fra i quali un dissenso strisciante sulla politica europea e gli interrogativi sulla successione a Martine Aubry al vertice del partito socialista. Trionfatore della giornata, il ministro dell'Interno, Manuel Valls.
Se il primo vero calo di popolarità di Francois Hollande a 100 giorni dalla sua elezione - il presidente è sceso sotto il 50% - è considerato quasi fisiologico, ad emergere nel congresso è stato un certo scetticismo per la scarsa presenza e incisività del primo ministro Jean-Marc Ayrault: «Se al vertice non c'è un'iperpresidente (come era definito Sarkozy, ndr), il premier deve essere più incisivo», è una delle critiche risuonate al congresso estivo. Gli osservatori hanno riferito, nelle prime ore, di una certa calma piatta, quasi un ambiente un pò annoiato. Oggi, a risollevarlo, è arrivato da grande protagonista il ministro dell'Interno Manuel Valls, carico dopo le vacanze, durante le quali - riferiscono le cronache - ha letto una biografia di Riccardo Cuor di Leone.
Criticato per i disordini di Amiens la settimana scorsa e prima ancora per lo smantellamento di un campo rom, ha difeso a spada tratta la propria azione, sollevando applausi: «La riconquista della Repubblica - ha detto - passa attraverso il patriottismo, bisogna essere fieri di essere francesi, della bandiera tricolore, dell'inno», tutti simboli che non devono essere «lasciati» all'estrema destra del Fronte nazionale. Ha negato di essere il più sarkozysta della gauche ma ha rivendicato di aver votato nel 2010 per la legge contro il burqa. Sulle violenze in banlieue, ha sottolineato che «chi spara sulla polizia non lo fa in nome di una rivolta o di una rabbia sociale, ma perchè non vuole l'ordine repubblicano».
A La Rochelle mancano i due grandi nemici - Segolene Royal e Olivier Falorni, il dissidente socialista che l'ha sconfitta e che fu sostenuto dal «tweet assassino» della premiere dame Valerie Trierweiler - assenti giustificati dall'esigenza di non riaprire vecchie ferite. C'è invece Martine Aubry, della quale si ignorano le prospettive future dal momento che sembra ormai certo che abbandonerà nelle prossime settimane la poltrona di segretario del partito. Lo ha ribadito, affermando che si farà da parte «se tutto andrà per il verso giusto» nel prossimo Consiglio nazionale del partito. A succederle sarà uno fra Harlem Desir, attuale numero 2, ex presidente di Sos Racisme, e Jean-Christophe Cambadelis, ex uomo di Lionel Jospin.
Da Parigi, dove ha celebrato il 68mo anniversario della Liberazione della capitale dopo aver incontrato il primo ministro greco, Antonis Samaras, osserva tutto con attenzione il presidente Hollande. Ad Assad ha mandato a dire: «La Francia ha preso e prenderà le iniziative necessarie in favore della rivoluzione siriana sul piano politico, diplomatico e umanitario per sostenere la sollevazione».

A Samaras: «La Grecia deve restare nella zona euro, ma deve dimostrare la credibilità del suo programma di risanamento». Cifre alla mano comunque, dopo 100 giorni - con il 49% - è meno popolare di quanto fosse alla stessa epoca Sarkozy (55%), il quale per scendere a tale quota impiegò altri quattro mesi.

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