Parigi «Non sono qui a festeggiare Hollande, sono qui per vedere se altri, come me, hanno deciso di votare per lui perché stufi di Sarkò, o se la Francia è diventata davvero un Paese di sinistra». In effetti, a guardare la Bastiglia dalle retrovie, ci sono centinaia di militanti, ma pure tantissimi curiosi. Vogliono capire perché François Hollande ha ottenuto così ampi consensi, il 51,3% (con l’80%delle schede scrutinate). E perché un uomo come Nicolas Sarkozy, a cui molti, fra la gente comune, riconoscono di aver lavorato tanto e se non bene, di aver fatto comunque più riforme del suo predecessore, Jacques Chirac. Sarkozy si è fermato attorno al 48%. Ha mancato il traguardo, ma dieci minuti dopo i risultati si è presentato davanti ai sostenitori Ump nella sala parigina della Mutualité. Spiegando: «Hollande è il presidente della Francia e deve essere rispettato » (interrotto dai fischi dalla platea, rivolti al socialista vittorioso): gli ho augurato buona fortuna al telefono perché con me l’istituzione, la presidenza della Repubblica, non è stata rispettata e noi dobbiamo dare l’esempio». Silenzio. Il presidente uscente si è assunto «tutta la responsabilità» dell’insuccesso: «Non sono riuscito a convincere la maggioranza dei francesi e a far vincere i valori che ho difeso con voi e me ne spiaccio profondamente ». Ora tocca ai socialisti. Che ieri pomeriggio già raggiungevano la storica piazza francese. «Sembra che la folla si riunisca di nuovo alla Bastiglia, non imparano mai- dice un passante irato per il blocco del transito automobilistico - Tutti pronti a gridare di nuovo: “Viva il Re”». «François, président», è risuonato per buoni due minuti, dopo l’annuncio ufficiale. Slogan scandito e ancora ripetuto fino all’arrivo del nuovo inquilino dell’Eliseo, a tarda sera. In effetti, ieri, nella piazza dove François Mitterand aveva festeggiato la sua vittoria nel 1981, i militanti Ps ripetevano: «Abbiamo un appuntamento con la Storia, siamo la storia, e siamo qui per scriverne una nuova per il nostro Paese», leit motiv degli ultimi comizi di Hollande, che ieri ha parlato da Tulle «Mi impegno a servire il mio Paese con la serietà che impone il ruolo: invio un saluto repubblicano a Nicolas Sarkozy » - prima di arrivare a Parigi su una Renault Scenic, spiegando che sarà «il presidente di tutti: il primo dovere è quello di unire ».
I suoi, rimasti al quartier generale di Rue Solférino, preparavano l’agenda del nuovo presidente della Repubblica, che a risultati definitivi ha fatto sapere che avrebbe chiamato Angela Merkel, confermando i propositi già discussi dai rispettivi staff settimana scorsa. Gli appunti per il 18 maggio, prima uscita internazionale al G8 di Camp David. E la data, ancor più importante per la presidenza Hollande, del 20 e 21 maggio: l’incontro con Barack Obama al vertice Nato di Chicago. Come se ci fosse già una squadra pronta - che invece sarà annunciata in settimana - i seguaci di Hollande si sono divisi i compiti. Ieri pomeriggio, nel quartier generale di Solférino, c’erano membri della sinistra europea a scambiarsi consigli sul nuovo corso della Storia, «soprattutto europea ». Quando si è cominciato a sentire aria di vittoria, i responsabili della propaganda regalavano le ultime bandiere, per sventolare lo slogan della vittoria un po’ ovunque: «Il cambiamento è adesso», non solo nella piazza, ma anche nelle strade circostanti. «La Francia calmata », recitava un altro. Anche se gruppi alla spicciolata, già dalle 18, gridavano: «Sarko-zy, c’est-fini!». Bastille si è riempita mezz’ora prima dell’annuncio.Poliziotti al lavoro e qualche colpo di scena. La piazza ospita infatti anche l’Opéra, e in cartellone c’è la Cavalleria Rusticana di Mascagni abbinata a Pagliacci di Leoncavallo.
Ironie sul maxicartellone promozionale dell’evento, sospeso sopra il previsto comizio di Hollande, il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. «Vede,quest’elezione è a tema- sorrideva un elettore - oggi la Francia ha scioperato contro Sarkozy».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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