Hollande caccia Sarkò dall’Eliseo Prima mossa: chiamata a Berlino

Dopo 17 anni un socialista capo di Stato. Grande festa alla Bastiglia, dove il vincitore annuncia: "Il mio primo dovere è unire il Paese". E poi corre a telefonare alla Cancelliera Merkel

Hollande caccia Sarkò dall’Eliseo Prima mossa: chiamata a Berlino

Parigi «Non sono qui a festeggia­re Hollande, sono qui per vedere se altri, come me, hanno deciso di votare per lui perché stufi di Sarkò, o se la Francia è diventata davvero un Paese di sinistra». In effetti, a guardare la Bastiglia dalle retrovie, ci sono centinaia di militanti, ma pure tantissimi curiosi. Vogliono capire perché François Hollande ha ottenuto così ampi consensi, il 51,3% (con l’80%delle schede scru­tinate). E perché un uomo come Ni­colas Sarkozy, a cui molti, fra la gen­te comune, riconoscono di aver la­vorato tanto e se non bene, di aver fatto comunque più riforme del suo predecessore, Jacques Chirac. Sarkozy si è fermato attorno al 48%. Ha mancato il traguardo, ma dieci minuti dopo i risultati si è pre­sentato davanti ai sostenitori Ump nella sala parigina della Mutualité. Spiegando: «Hollande è il presi­dente della Francia e deve essere ri­spettato » (interrotto dai fischi dal­la platea, rivolti al socialista vitto­rioso): gli ho augurato buona fortu­na a­l telefono perché con me l’isti­tuzione, la presidenza della Repub­blica, non è stata rispettata e noi dobbiamo dare l’esempio». Silen­zio. Il presidente uscente si è assun­to «tutta la responsabilità» dell’in­successo: «Non sono riuscito a con­vincere la maggioranza dei fran­ce­si e a far vincere i valori che ho dife­so con voi e me ne spiaccio profon­damente ». Ora tocca ai socialisti. Che ieri pomeriggio già raggiungevano la storica piazza francese. «Sembra che la folla si riunisca di nuovo alla Bastiglia, non imparano mai- dice un passante irato per il blocco del transito automobilistico - Tutti pronti a gridare di nuovo: “Viva il Re”». «François, président», è ri­suonato per buoni due minuti, do­po l’annuncio ufficiale. Slogan scandito e ancora ripetuto fino al­l’arrivo del nuovo inquilino del­l’Eliseo, a tarda sera. In effetti, ieri, nella piazza dove François Mitterand aveva festeg­giato la sua vittoria nel 1981, i mili­tanti Ps ripetevano: «Abbiamo un appuntamento con la Storia, sia­mo la storia, e siamo qui per scriver­ne una nuova per il nostro Paese», leit motiv degli ultimi comizi di Hol­lande, che ieri ha parlato da Tulle ­«Mi impegno a servire il mio Paese con la serietà che impone il ruolo: invio un saluto repubblicano a Ni­colas Sarkozy » - prima di arrivare a Parigi su una Renault Scenic, spie­gando che sarà «il presidente di tut­ti: il primo dovere è quello di uni­re ».

I suoi, rimasti al quartier genera­le di Rue Solférino, preparavano l’agenda del nuovo presidente del­la Repubblica, che a risultati defini­tivi ha fatto sapere che avrebbe chiamato Angela Merkel, confer­mando i propositi già discussi dai rispettivi staff settimana scorsa. Gli appunti per il 18 maggio, prima uscita internazionale al G8 di Camp David. E la data, ancor più importante per la presidenza Hol­lande, del 20 e 21 maggio: l’incon­tro con Barack Obama al vertice Nato di Chicago. Come se ci fosse già una squadra pronta - che inve­ce sarà annunciata in settimana - i seguaci di Hollande si sono divisi i compiti. Ieri pomeriggio, nel quar­tier generale di Solférino, c’erano membri della sinistra europea a scambiarsi consigli sul nuovo cor­so della Storia, «soprattutto euro­pea ». Quando si è cominciato a sen­tire aria di vittoria, i responsabili della propaganda regalavano le ul­time bandiere, per sventolare lo slogan della vittoria un po’ ovun­que: «Il cambiamento è adesso», non solo nella piazza, ma anche nelle strade circostanti. «La Fran­cia calmata », recitava un altro. An­che se gruppi alla spicciolata, già dalle 18, gridavano: «Sarko-zy, c’est-fini!». Bastille si è riempita mezz’ora prima dell’annuncio.Po­liziotti al lavoro e qualche colpo di scena. La piazza ospita infatti an­che l’Opéra, e in cartellone c’è la Cavalleria Rusticana di Mascagni abbinata a Pagliacci di Leoncaval­lo.

Ironie sul maxicartellone pro­mozionale dell’evento, sospeso so­pra il previsto comizio di Hollan­de, il Quarto Stato di Pellizza da Vol­pedo. «Vede,quest’elezione è a te­ma- sorrideva un elettore - oggi la Francia ha scioperato contro Sarkozy».

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