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Hollande ci dà un taglio e ridisegna la Francia: cancellate otto regioni

ParigiL'ambizione dell'Eliseo è di «trasformare per diversi decenni l'architettura territoriale della Repubblica». A scriverlo lo stesso François Hollande sulla stampa locale, che finora ha pubblicato solo la nuova mappa, così come annunciata dall'Eliseo e confermata ieri dal premier Valls. La Francia dovrebbe passare da 22 a 14 regioni. Per ora è dunque solo un numero, un piano d'azione che deve anzitutto passare al vaglio del Consiglio dei ministri il 18 giugno, prima di arrivare in Assemblea Nazionale nel mese di luglio. Una riforma «difficile», ammette il premier, di cui si discute da anni, ma che va attuata per diverse ragioni. La prima è quella di recuperare risorse.
Anche in Francia, come in Italia, gli sprechi a livello locale non sono pochi. Ad ammetterlo, ieri, il sottosegretario delegato André Vallini. Ci sono troppi doppioni nell'attuale architettura transalpina, ha detto. Via libera dunque al Big Bang che farà esplodere i Consigli regionali in nome di una Francia «più forte e più unita». Le Province saranno invece trattate a parte. Serviranno almeno tre anni, ha spiegato il premier, per trasferire competenze e personale di servizio: circa 270 mila persone si dovranno adeguare al nuovo corso della Storia. Un corso che, puntualizza Valls, non mette in dubbio in alcun modo il principio della «decentralizzazione del potere», che ha caratterizzato la Francia moderna. L'Eliseo propone di dare alle macro-regioni «più responsabilità» per rafforzarle e non per togliere loro le attuali capacità decisionali: «Saranno la sola collettività competente per sostenere le imprese e condurre le politiche di formazione e occupazione, per intervenire in tema di trasporti, dai treni regionali agli autobus, passando per le strade, gli aeroporti e i porti. Gestiranno licei e scuole medie. Avranno la responsabilità di organizzazione delle infrastrutture». Si taglierà, dunque, molta burocrazia. Ma anche personale – politico e amministrativo – che non sarà rimpiazzato a fine legislatura.
Il risparmio maggiore passa dall'annuncio di «meno rappresentanti eletti». Un punto ancora oscuro, tanto che, spiega il capo del governo, sarà dettagliato in un secondo testo che verrà discusso parallelamente a quello che ridisegna la cartina francese. Il presidente non ha precisato i risparmi che questa riforma dovrebbe portare nelle casse statali. Secondo il sottosegretario Vallini, titolare del dossier, la cifra oscilla dai 12 ai 25 miliardi di euro di risparmio l'anno. Il nodo è tutto in questa forbice. Nei tempi in cui la riforma, che viaggia su due binari diversi, sarà attuata nel complesso.
L'Eliseo promette alle nuove regioni «mezzi finanziari propri e dinamici», come chiedono i presidenti regionali. I tagli riguarderanno dunque i consiglieri: non le competenze, ma risparmi su stipendi e pensioni. La nuova carta, varata dopo un'ultima riunione fra Hollande e Valls all'Eliseo, è sembrata (anche a sinistra) un colpo da monarchia. Valls pare si sia visto catapultare sulla scrivania una mappa quasi integralmente stilata; dall'alto, cioè dall'Eliseo. Ieri è intervenuto spiegando che il dibattito parlamentare potrebbe riservare sorprese, se non retromarce. Mentre la sinistra radicale, che in Parlamento siede e annuncia ferma opposizione, parla di riforma elaborata in funzione di considerazioni personali da parte del «clan Hollande». Tradotto: il presidente avrebbe tenuto conto di politici locali a lui vicini preservando alcuni territori a scapito di altri. Sarà il Senato a dare un primo parere.

Unica certezza: le elezioni amministrative per le nuove macro-regioni saranno posticipate da marzo all'autunno del 2015.

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