Parigi - Pressato da sondaggi di popolarità sempre più allarmanti (è già precipitato al 44% dell'elettorato) il presidente francese François Hollande si concentra sulla politica estera e cerca di «lasciare il segno». Ieri, davanti a tutti gli ambasciatori di Francia nel mondo, ha parlato soprattutto di Siria e ha detto due cose rilevanti: che Parigi è pronta a riconoscere un governo provvisorio formato dagli oppositori del regime di Bashar Assad e che è d'accordo con il collega americano Barack Obama sulla questione delle armi chimiche che Assad aveva minacciato di usare: se questo avvenisse, ciò rappresenterebbe una giusta causa per intervenire militarmente in Siria allo scopo di abbattere l'attuale leadership.
In realtà Hollande ha detto ieri anche una terza cosa importante a proposito della crisi siriana. La Francia, ha rivelato il presidente, lavora per la creazione di una zona cuscinetto nel territorio della Siria per rispondere alla crescente gravità della situazione dei profughi, che continuano ad aumentare. La Turchia fa infatti presente di non poter ospitare più dei centomila siriani che attualmente sono attendati oltre confine. A questo punto, ha osservato Hollande, il passo di una zona di interdizione al volo per la protezione dei rifugiati sul suolo siriano sarebbe inevitabile.
Consapevole che una simile iniziativa incontrerebbe la sicura opposizione di Mosca e di Pechino, Hollande ha criticato il loro ruolo nella crisi siriana, ricordando di aver fatto presente agli emissari russi
e cinesi che il loro atteggiamento «indebolisce l'Onu» e che «il Consiglio di Sicurezza deve poter adottare delle decisioni». Cosa resa impossibile dalla costante minaccia russo-cinese di bloccare tutto con il loro veto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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