Parigi - Il primo turno di legislative francesi è un test per i partiti. Si vota oggi dopo una campagna elettorale che, in due settimane, ha aumentato l'interesse attorno a una consultazione che pareva meno sentita delle presidenziali. E che invece ha assunto importanza strada facendo. Ognuno ha uno scopo. La sinistra socialista insegue il sogno di una maggioranza assoluta, 289 seggi su 577. Stando ai sondaggi, l'ipotesi sembra lontana e François Hollande dovrà quasi certamente fare i conti con la sinistra radicale. Nel Ps si temono defaillances nonostante l'affermazione di maggio. Tanto che qualche ministro, già deputato e voglioso di una riconferma parlamentare, ha rinunciato all'ultimo minuto dopo aver pubblicizzato la propria candidatura.
È il caso di Najat Vallaud-Belkacem, titolare del dicastero per i diritti delle donne e portavoce del governo, candidata in una circoscrizione a rischio, e pure della collega Guardasigilli Christiane Taubira. Il premier, Jean-Marc Ayrault, era stato chiaro sin dal principio: i ministri candidati che non saranno eletti si dovranno dimettere. Sull'onda del successo di Hollande, in molti credevano che quella di oggi sarebbe stata un'elezione favorevole al Ps. Invece è una lotta, che si combatte in due tempi - il 17 giugno il secondo turno - e vede più costi che benefici. Tanti uomini e donne carismatiche a farsi le pulci nelle stesse circoscrizioni. Da destra a sinistra, alle estreme fino ai centristi che rischiano di non entrare neppure in Assemblea nazionale.
Lo sciagurato patto di non belligeranza, non scritto, stipulato dal leader Modem François Bayrou con i vertici Ps dopo l'appoggio valso a Hollande la presidenza, non ha funzionato. Disatteso dai socialisti. Il partito centrista è sotto il 4 per cento nei sondaggi e perfino il seggio di Bayrou rischia di saltare. Al Ps l'en plein potrebbe non riuscire del tutto. I sondaggi lo danno in vantaggio di uno zerovirgola sull'Ump e la paura di perdere la faccia è più forte di un'ipotetica coabitazione con la destra (in caso di improbabile vittoria Ump, un neogollista diventerebbe premier) o di non ottenere la guida del Parlamento.
Hollande ha chiesto al Paese di consegnargli una maggioranza per il cambiamento, slogan delle legislative. Avere i numeri in Assemblea nazionale ha un solo scopo: sostenere le politiche del governo senza intoppi, senza perdersi in trattative estenuanti che logorano leggi e leadership. Rapporti di forza da definire oggi. Stando ai sondaggi, saranno comunque i socialisti, grazie ai Verdi e al Front de gauche, ad imporre tempi e contenuti a una destra e orfana di Nicolas Sarkozy. Ma pure i numerosi faccia a faccia che, a seconda del risultato, segneranno la via per il futuro di alcuni leader. È il caso della sfida lanciata dal Front de gauche di Jean-Luc Mélanchon a Marine Le Pen, nel bacino elettorale del Front national, il nord.
Accreditata del 15,5 per cento, la carismatica erede del frontismo, nelle ultime 48 ore ha ridimensionato le ambizioni di entrare in Assemblea con un gruppo folto di deputati: anche un solo eletto sarà una vittoria, ha detto. Oggi le urne diranno se l'exploit registrato alle presidenziali sarà suffragato da fiducia effettiva, che le permetterà di presentare un buon numero di candidati anche al secondo turno.
Paradossalmente, i cartelli che alla vigilia sembravano avvantaggiati devono affrontare più grane di altri. Mentre la destra neogollista può solo cercare di limitare i danni. Dal 2007, l'Ump ha perso quasi dieci punti.
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