Uomini armati che apparterrebbero allo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) hanno preso questa mattina il controllo di molti edifici della città di Mosul, la seconda più grande del Paese, costringendo alla ritirata le forze di Baghdad.
I miliziani, che settimana scorso avevano occupato alcune zone della città di Samarra e avevano tenuto in scacco le forze di sicurezza, impadronendosi dell'università di Ramadi, controllano da mesi anche Fallujah.
L'Isis, fondato nel 2006, è guidato da Abu Bakr al-Baghdadi. È considerato il gruppo più brutale tra quelli che combattono contro il regime di Bashar al-Assad in Siria, dove controlla la città di Raqqa. Ufficialmente non è affiliato ad al-Qaeda.
Dopo diversi giorni di combattimento, gli estremisti hanno preso il controllo dell'edificio del governatorato e di altri punti chiave della città. Secondo quanto detto oggi dal ministero dell'Interno, la città sarebbe ormai "fuori dal controllo dello Stato".
La ritirata delle forze governative ha favorito un'evasione di massa da carceri e posti di polizia. Secondo l'emittente Al Arabiya si trovano ora in libertà quasi tremila detenuti: delinquenti comuni, ma anche persone arrestate per terrorismo.
Il presidente del parlamento, Osama Nujaifi, ha accusato le forze irachene di avere abbandonato il loro posti, lasciandosi alle spalle armi e mezzi. L'intera provincia di Ninive, di cui Mosul è capitale, sarebbe controllata dagli estremisti.
538em;">Il premier Nuri al Maliki ha annunciato che il governo armerà chiunque decida di combattere. Il premier della regione autonoma del Kurdistan, Nechirvan Barzani, ha accusato il governo di non avere protetto Mosul e impedito di intervenire ai combattenti curdi.
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