La Al Jazeera israeliana è una babele (senza ebraico)

La risposta alla tv satellitare del Qatar è composta da tre redazioni: inglese, francese e araba. Per ora la si vede solo su internet. Ma si rivolge a 350 milioni di persone

La Al Jazeera israeliana è una babele (senza ebraico)

Tel Aviv - Negli angoli ci sono ancora scatoloni di cartone, qualche tecnico lavora con il trapano tra cavi e pannelli elettrici negli studi della nuova emittente israeliana i24news. Il canale che manda in onda notizie 24 ore su 24 in inglese, arabo e francese è attivo da una settimana soltanto ma i giornali locali l'hanno già definito «la risposta israeliana ad Al Jazeera», la tv satellitare del Qatar in arabo e inglese.

Gli studi di i24news si trovano in un hangar ristrutturato nel vecchio porto di Jaffa, a Tel Aviv. Alle spalle del conduttore nelle trasmissioni del mattino ci sono gli alberi delle barche a vela, un molo, il mar Mediterraneo. La newsroom è divisa in tre parti: la redazione francese, quella inglese e quella araba.

Anche se il quartier generale è a Tel Aviv, i24news non ha programmi in ebraico. In Israele per ora è possibile seguirla solo via internet, mentre può potenzialmente raggiungere già 350 milioni di famiglie in Europa, Asia, Africa e Canada, non ancora gli Usa. L'audience cui punta i24news, infatti, è all'estero. «L'obiettivo del canale è mostrare lo sguardo di Israele sul mondo - spiega al Giornale Stephane Calvo, direttore della sezione francese delle news - Si conosce infatti molto la prospettiva del mondo per quanto riguarda Israele, ma non il contrario».

Negli studi lavorano 230 persone, 150 sono giornalisti, e il canale ha oltre 20 corrispondenti. Le squadre inglese, francese e araba lavorano separatamente per creare un prodotto simile ma diverso, che racconti «non soltanto il conflitto israelo-palestinese, conosciuto da tutti, ma anche altri aspetti del Paese: la cultura, la moda, l'economia, l'hi-tech israeliani», spiega Ofer Perecman-Shemmer, che dirige la programmazione in inglese.

La versione israeliana di Al Jazeera - ma anche di France 24 e Russia Today, emittenti che trasmettono in inglese a un pubblico internazionale - è nata in pochissimi mesi da un'idea del suo attuale direttore Frank Melloul, ex diplomatico di Parigi che ha contribuito al lancio di France 24 e ha lavorato in passato come consigliere per la comunicazione dell'ex primo ministro francese Dominique de Villepin.

A i24news i giornalisti insistono sulla differenza tra la nuova rete e emittenti come Russia Today, France 24, al Jazeera. La televisione non è sostenuta da finanziamenti governativi e non vuole parlare a nome del governo israeliano, dicono in redazione. Il danaro arriva dalla donazione del re della tv via cavo franco-israeliano, l'uomo d'affari Patrick Drahi. Nel futuro, spiega una portavoce, arriveranno anche i proventi della pubblicità.

Le prime ore di programmazione si sono concentrate su notizie come la direttiva dell'Unione europea che vieta ai 28 Stati membri finanziamenti e aiuti ad attività negli insediamenti israeliani in Cisgiordania, e tra i primi servizi è andato in onda un reportage dalle stanze vaticane in cui il rabbino argentino Abraham Skorka incontra Papa Francesco davanti alle telecamere.

In un editoriale sul sito dell'emittente, il direttore Melloul parla di una televisione «dedicata a presentare una voce diversa dal Medio Oriente, a connettere Israele al mondo e il mondo a Israele». Sono stati arruolati giornalisti che arrivano da diversi Paesi, che appartengono a fedi diverse, sottolinea.

Nella redazione, il francese si mescola all'inglese, all'arabo e all'ebraico.

La coabitazione lavorativa di diverse nazionalità salta subito all'occhio, scrive ironico il quotidiano israeliano Haaretz, a causa dell'abbigliamento: i giornalisti francesi sono in giacca e cravatta, gli inglesi hanno un look più sportivo, gli israeliani - fedeli alla vocazione totalmente casual del Paese - sono in maglietta e infradito.

twitter: @rollascolari

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