Ci teneva moltissimo. Finalmente ce l'ha fatta. Mitt Romney, fresco della vittoria alle primarie dell'Illinois (e forte della leadership, tra i repubblicani, come numero di delegati) incassa un endorsement pesante, quello di Jeb Bush, ex governatore della Florida, figlio di George e fratello di George W. Qualcuno, addirittura, aveva pensato a Jeb come possibile candidato d'emergenza, nel caso in cui le primarie non avessero visto uscire, in modo chiaro, il nome dello sfidante di Obama. Ipotesi, soltanto ipotesi, che tuttavia per settimane sono circolate sui giornali e tra gli addetti ai lavori.
"Abbiamo di fronte a noi enormi sfide, e abbiamo bisogno di un leader che comprenda l’economia, riconosca che maggiori regolamentazioni governative non sono la risposta e creda nel capitalismo imprenditoriale e lavoro per assicurare che tutti gli americani abbiano la possibilità di avere successo", ha Jeb Bush dando il suo sostegno all'ex governatore del Massachusetts.
Poco prima dello scorso natale Romney aveva incassato il gradimento di Bush senior. Ora arriva il sostegno convinto di Jeb, molto stimato in seno al partito repubblicano e, per alcuni, papabile candidato alla vicepresidenza. "È arrivato il momento per i repubblicani di unirsi dietro al governatore Romney e far avanzare il prossimo novembre il nostro messaggio conservatore in materia di bilancio e di rilancio del mercato del lavoro". E' la stessa linea seguita da Romney a Chicago, dove ha esaltato il liberismo economico di Milton Friedman, vero totem della destra repubblicana.
Americani stufi della religione nei dibattiti
Per la prima volta dal 2001 gli americani hanno dichiarato che si parla troppo di religione nei dibattiti politici. Il dato emerge dall’ultimo sondaggio pubblicato dal Pew Forum on Religion and Public Life. Il 38% dei cittadini Usa pensa che i politici parlino troppo di temi legati alla fede, contro il 30% che dice, invece, che se ne parla poco; soddisfatto è il 25%, secondo cui lo spazio dedicato alla fede nel dibattito politico è appropriato.
La maggiore insofferenza è tra gli elettori democratici (46% contro la religione nel dibattito politico), rispetto ai repubblicani (24%). Per il 54%, infine, le autorità religiose dovrebbero restare fuori dalla politica, evitando di esprimere giudizi su candidati e partiti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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