Un video imbarazza i tunisini islamisti e preoccupa i laici. Nelle immagini, messe su internet da ignoti, il leader del partito EnNahda, vincitore delle elezioni d'ottobre 2011, dice ad alcuni salafiti - corrente ultra conservatrice dell'islam - di «avere pazienza» e «prendere tempo per consolidare i risultati ottenuti». Rashid Ghannouchi, 71 anni, tornato dall'esilio londinese solo dopo la caduta del raìs Zine El Abidine Ben Ali, a gennaio 2011, ha sempre presentato il suo partito come un movimento sì religioso, ma moderato. La prova, sostengono gli attivisti, è l'alleanza politica con i partiti laici. Ora, il misterioso video ha provocato le critiche della parte più laica della società, che mette in dubbio la dichiarata moderazione degli islamisti.
Nel video, Ghannouchi incoraggia i salafiti a fondare radio, tv, scuole coraniche, associazioni per diffondere l'islam. I laci, dice, «controllano ancora economia, mass media, amministrazione (...); esercito e polizia non sono garantiti». Quanto basta per creare lo scandalo politico. I portavoce di EnNahda hanno subito fatto sapere che si tratta di un video ritoccato, con un montaggio fatto da frasi prese fuori dal contesto. Ghannouchi, hanno detto, stava spiegando ai salafiti d'usare la politica e non altri metodi per ottenere i loro obiettivi. Infatti, gruppi salafiti hanno attaccato mostre d'arte e locali dove si vende alcool. Ed è di poche settimane fa l'assalto all'ambasciata americana di Tunisi, in seguito agli attacchi alle sedi diplomatiche in Egitto e Libia.
Dall'altra parte, politici e commentatori si sono subito scagliati contro il movimento di maggioranza: «Ho commesso un errore dicendo che EnNahda era un partito moderato», ha dichiarato Beji Caid El Sebsi, premier fino a dicembre 2011. «Non credo nella divisione tra laici e islamisti: ci sono tunisini, musulmani, che vogliono un paese democratico, e altri che vogliono imporre un modello di società religiosa ed EnNahda usa un doppio linguaggio», dice al Giornale Kamel Lebidi, giornalista ed ex presidente della commissione per la riforma dei media. Il video arriva nel pieno di una sofferta transizione politica: a novembre dovrebbe essere presentata la bozza della Costituzione e a marzo ci sarà il primo voto legislativo. Il dubbio, per alcuni analisti, è che il video sia già parte della campagna elettorale, forse «un tentativo dell'opposizione laica o dei conservatori religiosi di mettere in imbarazzo» EnNahda, scrive l'Associated Press. Non si sa, infatti, se le immagini siano ritoccate, chi le abbia messe online e perché lo abbia fatto soltanto ora visto che risalgono a febbraio.
In Tunisia, il dibattito sul ruolo della religione nella società vede gli islamisti opporsi a gruppi laici o semplicemente meno religiosi. In Tunisia il confronto è soprattutto vivo nella Costituente: solo pochi giorni fa il suo presidente ha assicurato che non sarà incluso nella bozza un controverso articolo sulla crimine di blasfemia, proposto dagli islamisti.
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