Chissà se Obama, quando ha negato al telefono con la Merkel di essere al corrente delle intercettazioni del suo telefonino da parte della Nsa, si è ricordato che, nella politica americana, la menzogna è considerata un peccato mortale che può aprire le porte dell'inferno. Per avere mentito sulle sue responsabilità nello scandalo del Watergate e avere poi cercato di distruggere le prove del suo coinvolgimento, Nixon fu costretto alle dimissioni, e per avere negato le sue fornicazioni con Monica Lewinski alla Casa Bianca Bill Clinton rischiò seriamente l'impeachment. Anche molti altri politici, democratici e repubblicani, hanno visto la propria carriera compromessa per non avere detto la verità agli elettori su una relazione extraconiugale, il coinvolgimento in un affare poco pulito o anche soltanto per avere impiegato come baby sitter un'immigrata irregolare. È una legge che, in pratica, non conosce eccezioni, dettata dalla tradizione, dal costume e, se vogliamo, anche da una certa dose di ipocrisia. Il caso di Obama che mente alla Merkel, tuttavia, è diverso da quelli di Nixon e Clinton.
Anzitutto, almeno per ora non disponiamo di una registrazione della telefonata, il cui contenuto è stato rivelato da un giornale tedesco e perciò non sappiamo (sempre ammesso che sia tutto vero) quali espressioni abbiano usato prima il presidente, e poi il traduttore. Secondo le rivelazioni della Bild am Sonntag, Obama sarebbe stato informato dello spionaggio ai danni della Cancelliera già nel 2010, e non solo non avrebbe dato ordine di sospenderlo, ma lo avrebbe addirittura incoraggiato. È chiaro che, se avesse ammesso questo suo comportamento con la Merkel, con cui i rapporti non sono mai stati esaltanti, avrebbe aggravato ulteriormente una situazione già molto imbarazzante. L'unica cosa che poteva fare, era di prendere in qualche modo le distanze dalla Nsa: e non sappiamo se lo abbia fatto con una plateale bugia, o in un modo più subdolo. Tra il caso Obama e quelli di Nixon e di Clinton esistono comunque due differenze fondamentali, di cui il presidente potrà farsi forte se qualcuno riterrà di metterlo sotto accusa: primo, non ha mentito ai cittadini americani per interesse personale (cioè per salvare la poltrona), ma a un capo di governo straniero per cercare di disinnescare una crisi; secondo, ha agito secondo quello che - a torto o a ragione - in quel momento gli sembrava essere l'interesse nazionale. Ha perciò eccellenti possibilità di cavarsela: una prima indicazione che gli americani non hanno intenzione di drammatizzare le rivelazioni della stampa tedesca è che, almeno fino a sera, il sito on-line del New York Times non ha dedicato loro neppure una riga.
Tutto ciò, comunque, non risparmia a Obama la brutta (anzi bruttissima) figura, né le inevitabili ripercussioni internazionali. Se davvero sapeva e lo ha negato, gli altri leader non si fideranno più di lui; se invece non sapeva, aumenteranno i dubbi sulle sue doti di uomo di governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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