«Bisogna ritirare le navi militari dalla missione antipirateria» e far pressioni sugli americani, ma i marò detenuti in India rischiano il dimenticatoio. «Per il sistema Italia e il governo nel suo complesso non sono una priorità» è l'amara considerazione dell'ex ministro della Difesa e attuale coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, nell'intervista a Il Giornale.
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono sempre in galera. Qualche idea per tirarli fuori?
«Ieri (venerdì, ndr ) ho parlato con il sottosegretario Staffan De Mistura che è in partenza, ancora una volta, per l'India. Non illudiamoci: il massimo che potrà ottenere è un trasferimento in una struttura migliore del carcere attuale. Purtroppo nei prossimi due mesi non ci sarà alcuna svolta, perché i giudici indiani se ne vanno in vacanza. Non verrà neppure preso seriamente in esame il ricorso italiano sulla giurisdizione ».
Non servirebbe più durezza?
«Ho proposto di ritirare le navi della Marina militare dalla missione antipirateria dell’Ue. Sono convinto che nell’esecutivo i singoli che si occupano del caso ce la stiano mettendo tutta, in termini di buona volontà edimpegno.Credo, però, che il sistema paese ed il governo nel suo complesso non facciano abbastanza. La verità è che questa vicenda non viene considerata prioritaria ».
Ed agire in maniera ancora più incisiva lasciando la guida della missione in Libano, dove comandiamo anche un battaglione indiano o minacciare il ritiro anticipato delle truppe dall’Afghanistan?
«Sono sempre stato un fautore della presenza italiana nelle missioni all’estero e quindi non voglio mettere in discussione o indebolire i nostri soldati. Però il ritiro dalla missione antipirateria mi sembra il primo passo. Le pressioni non vanno esercitate solo sull'India. Ricordo bene con quanta passione gli americani sollevavano il caso di un loro militare, che era comunque negli Stati Uniti, e con quale insistenza lavorassero affinché non venisse processato in Italia (per il Cermis, ndr ). Bisogna agire anche sui nostri alleati importanti ».
Lei partecipa alla fiaccolata di Roma per Latorre e Girone (che si è tenuta ieri sera, ndr ) organizzata dalle famiglie, dagli amici e dai commilitoni dei due marò. «Non mi aspettavo una grandissima partecipazione. Le istituzioni avrebbero potuto darsi da fare per evitare che fosse semiclandestina. L’Italia deve mettere al primo posto, a tutti i livelli, l’obiettivo di riportare a casa i nostri marò. Per non parlare del disinteresse dei media, sempre pronti a coprire manifestazioni di altro tipo».
Sembra che la vicenda sia finita nel dimenticatoio ...
«Questo è il problema. So che un gruppo di senatori sta per fare visita ai marò in India, ma non basta l'impegno dei singoli. Il problema è la mancanzadipriorità. AlcuniComuni importanti come Milano hanno fatto difficoltà ad esporre degli striscioni per richiamare la liberazione dei due fucilieri di marina. Perpersonaggi sconosciuti si sono registrati mobilitazioni molto più importanti. Faccio una critica anche al centrodestra, che comunque si è mobilitato più degli altri. In un momento come questo, di crisi economica, bisogna fare vedere a tutti, con il caso dei marò,che la dignità non ha prezzo».
Anche la Difesa ci mette del suo. I quattro fucilieri “liberati” con la petroliera sono desaparecidos. Il Giornale aveva chiesto di incontrarli, ma non li hanno fatti parlare con i quotidiani. C'è qualcosa da nascondere?
«Io avevo aperto il più possibile, a cominciare dall'Afghanistan. Nel caso specifico non conosco i dettagli, ma vedrò al raduno degli alpini di Bolzano(oggi, ndr ) il ministro della Difesa. Gli dirò che secondo me bisogna adoperarsi per il massimo risalto sulla vicenda dei marò, in ogni occasione, proprio per mantenere attenta e attiva l'opinione pubblica. Gli italiani vogliono la verità su quello che il nostro paese sta facendo a tutti i livelli».
Chiariamo un punto. Se Latorre e Girone tornano in Italia andranno sotto processo?
«Portano la divisa italiana e hanno agito in nome di una legge del nostro Paese con un riconoscimento internazionale delle Nazioni Unite in funzione antipirateria.
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