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L'attivista egiziano Alaa Abd El Fattah è stato rilasciato su cauzione

Tra i blogger più noti d'Egitto, è stato scarcerato. Era stato arrestato con l'accusa di avere organizzato proteste non autorizzate

L'attivista egiziano Alaa Abd El Fattah poco dopo la scarcerazione
L'attivista egiziano Alaa Abd El Fattah poco dopo la scarcerazione

Dopo quattro mesi trascorsi in carcere, l'attivista egiziano Alaa Abd El Fattah è stato rilasciato su cauzione. Il blogger figura di spicco nelle proteste della primavera del Cairo, era stato arrestato a novembre, accusato di avere organizzato proteste non autorizzate e di avere aggredito la polizia.

Oggi, durante l'udienza del processo che vede imputati il blogger e altre 24 persone, non tutte presenti, gli avvocati della difesa hanno chiesto il loro rilascio, sostenendo l'assenza di ragioni sufficienti a giustificare la detenzione. Il giudice ha accolto la richiesta, ordinando la liberazione dietro una cauzione di 10mila sterline egiziane (poco più di mille euro) e aggiornando al 6 aprile il caso.

Arrestato in casa il 28 novembre, il blogger, che dal 2006 cura con la moglie il sito manalaa.net, è rimasto per oltre cento giorni nel carcere di Tora, in attesa di un processo. Il suo caso è stato tra i primi ad essere giudicato secondo la nuova legge anti proteste adottata a novembre. Il gruppo 6 aprile, che deve il suo nome a un grande sciopero generale organizzato nel 2008, ha chiesto al governo di ripensare la norma, che ha portato dietro le sbarre molti dei suoi membri più influenti, sostenendone l'incostituzionalità.

Come Alaa Abd El Fattah, molti altri sono stati incarcerati dalla cacciata del governo guidato da Mohammed Morsi. La messa al bando della Fratellanza Musulmana ha portato all'arresto di centinaia di membri del gruppo.

Le autorità non sono state tenere neppure con i media. Il caso più in vista è quello dell'arresto di Mohamed Fadel Fahmy, Peter Greste and Baher Mohamed. I tre, giornalisti per

html" target="_blank" data-ga4-click-event-target="internal" rel="noopener">la televisione panaraba Al Jazeera, sono accusati di avere sostenuto i Fratelli Musulmani lavorando per l'emittente, considerata vicina al gruppo.

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