Ma ve la ricordate la sicumera del primo ministro inglese Cameron quando il presidente francese Hollande minacciò di aumentare le tasse per i cittadini più benestanti? «Trasferitevi tutti in Gran Bretagna che qui pagate meno» fu l'invito di David il gradasso. E adesso si scopre che i suoi, di ricchi, scappano altrove. Al Regno di Sua Maestà Elisabetta II preferiscono il Principato di Alberto di Monaco. Di questi tempi meno chiaccherato, ma molto più conveniente sul fronte della dichiarazione dei redditi. Secondo un'indagine effettuata dal quotidiano The Times infatti, più di 2mila cittadini britannici residenti a Monaco costano all'economia inglese un miliardo di sterline all'anno in tasse non versate. Guai a chiamarli evasori però, piuttosto si tratta di furbetti benestanti che, grazie a cavilli e scorciatoie ben note ai loro commercialisti, riescono a evitare di pagare le tasse dovute dalla maggioranza dei semplici cittadini. Alcuni di loro sono stati insigniti delle più alte onorificenze, altri figurano nella lista dei principali finanziatori dei maggiori partiti politici sebbene il governo da tempo si adoperi per evitare che questo accada. E pensare che il primo a volerli tenere in patria è sempre stato proprio il partito conservatore, Cameron in testa.
Lo scorso giugno, a margine del G20, la disputa verbale tra il primo ministro britannico e il presidente francese ne era stata la prova evidente. All'ipotesi avanzata dal secondo di mettere un'aliquota del 75% per i redditi superiori al milione di euro Cameron aveva dichiarato la sua disponibilità a «stendere un tappeto rosso» ai ricchi francesi che avessero voluto trasferirsi in Gran Bretagna. Molti l'avevano presa per un invito all'evasione fiscale. E così suonerà anche l'ultimo appello del tesoriere dei Tory che ieri si è espresso a favore di un maggiore lassismo fiscale. Uno dei trucchi più comuni utilizzati dagli «espatriati» nel principato è indicare come indirizzo fiscale non il proprio ma quello della società che si gestisce. Così, con il benestare di una legislazione colabrodo, migliaia di uomini d'affari britannici si godono i benefit di un regime fiscale favorevole continuando allo stesso tempo a giocare un ruolo significativo nella vita del Regno Unito. Dove realmente vivano rimane un mistero per tutti dato che il registro governativo delle società britanniche non mostra da nessuna parte quanti giorni i cittadini inglesi o i direttori di compagnie britanniche residenti a Monaco trascorrano in Inghilterra. Alcuni risultano semplicemente scomparsi come Tina Green, moglie del multimiliardario proprietario della catena Topshop Sir Philip o Sir David e Sir Frederick Barclay proprietari del gruppo Telegraph Media. Volendo poi scendere nel dettaglio, il Times ha scoperto molti altri dati interessanti. Per esempio che 533 direttori di compagnie inglesi registrate a Monaco controllano 1.302 società. È il caso di John De Stefano, magnate della ristorazione che dal Principato riesce a gestire ben 81 compagnie. Sei tra i maggiori finanziatori dei Tory risultano residenti a Monaco e hanno rimpinguato le casse del partito di parecchi milioni di sterline. Lord Laidlaw ha donato 5 milioni mentre l'elicottero usato da David Cameron durante la sua campagna elettorale è stato regalato da David Instance, noto affarista del Kent.
Tutti a Monaco allora? Non proprio, dato che il prezzo delle case è il più alto al mondo e per aprire un conto in banca bisogna despositare un minimo di 300mila euro.
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