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A Londra rivolta anti-Cameron. "Vira a destra o sarà un disastro"

Durissimo pressing dei Conservatori dopo il successo del partito euroscettico. "Il premier stracci la legge sui matrimoni gay e tagli finanziamenti all'Europa"

A Londra rivolta anti-Cameron. "Vira a destra o sarà un disastro"

Londra - E adesso David come la mettiamo? Il cinema ormai ci ha abituato a vederla così, Elisabetta II, mentre alla vigilia della sua relazione sulle riforme previste dal governo, apostrofa il primo ministro di turno durante una passeggiata nei giardini di Buckingham Palace. Chissà se gliel'ha posto pure lei l'interrogativo sul da farsi al povero Cameron. Il discorso della regina è stato fissato per domani e dopo la tragica débâcle conservatrice alle elezioni amministrative, le pressioni interne sul premier si sono fatte pesantissime come rivelavano ieri alcuni quotidiani.

Secondo il Times il primo ministro sarebbe stato invitato con veemenza a stracciare la legge sul matrimonio gay e a congelare il budget di spesa comunitario per fermare la pericolosa avanzata del partito independentista di Nigel Farage (Ukip). Lo stesso ex ministro della Difesa Gerald Howarth ha chiesto a Cameron di adottare un piano di cinque punti che comprenda, oltre ai due già citati anche l'uscita della Gran Bretagna dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani, più tagli all'immigrazione e la preparazione di un referendum sull'Europa.

Non sarà facile, questa volta, per il leader dei Tory, soprassedere su tutto e neppure trovare un compromesso soddisfacente. In passato Cameron aveva puntato proprio su argomenti come l'apertura alle unioni gay per dimostrare alla gente che il suo partito non era più quello di una volta ed avere la meglio sui laburisti. Sull'Europa si era sempre destreggiato con eleganza, facendo la voce grossa più a casa propria che a Bruxelles. Adesso però la situazione è diversa e il panorama politico è mutato. Scontenti delle strategie economiche nazionali, gli elettori più esigenti sembrano pronti a spostarsi sempre più a destra verso i lidi meno politicamente corretti ma più allettanti degli indipendentisti se il governo non dimostrerà loro di impegnarsi seriamente a favore dei cittadini che l'hanno votato. E ormai il tempo dei tentennamenti è definitivamente scaduto. Secondo il parlamentare conservatore Peter Bone, mister Cameron dovrebbe addirittura fermare la proposta di legge sui matrimoni gay e tagliare il budget per gli aiuti comunitari. «Questo è ciò che vogliono i Conservatori e quello che vogliono gli elettori dell'Ukip» ha dichiarato ieri al Times sostenendo che ai candidati Tory dovrebbe venir consentito di presentarsi alle prossime elezioni sotto il nome di «Conservative and Ukip» nel caso si raggiungesse un accordo con il leader indipendentista Nigel Farage.

Il quale ha già fatto sapere dalle pagine del Telegraph di essere pronto a un patto elettorale solo nel caso in cui il partito si disfacesse del suo leader attuale. La spiegazione sta tutta nel carattere dei due uomini. I modi fin troppo diplomatici e moderati di Cameron non piacciono per nulla a un sanguigno come Farage che al posto di David vedrebbe benissimo l'esuberante Boris Johnson. Ovviamente a questo punto tutti gli occhi sono puntati sul discorso della regina di domani. Tra le riforme di cui sicuramente parlerà Elisabetta ci saranno le restrizioni per gli immigrati soprattutto in materia di accesso ai servizi pubblici come il Servizio Sanitario Nazionale, mentre rimane da vedere come se la caverà Cameron con il referendum sull'Europa. A dispetto di quanto richiesto da molti suoi parlamentari, il premier sembra riluttante ad appoggiare un voto prima delle elezioni politiche mentre si è invece già dichiarato a favore di un mandato referendario entro la fine del 2017.

Questa volta però, un simile compromesso potrebbe venir letto come un tradimento.

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