Marijuana di Stato in Uruguay

L'Uruguay ha legalizzato la produzione e la vendita di marijuana, sotto il controllo dello Stato. Il disegno di legge, impopolare fra i cittadini, già a luglio aveva ottenuto l'approvazione della Camera Bassa e ieri ha avuto il via libera anche dal Senato.
Così l'Uruguay si appresta a diventare il primo paese al mondo con una legge che regola la produzione e la commercializzazione di cannabis. La normativa prevede, però, che lo Stato controlli la coltivazione e la vendita a scopi esclusivamente psicotropi e ricreativi. Il numero delle piante potrebbe salire fino a novantanove, con la creazione di un «club per fumatori», composto dai 15 ai 45 membri. Con questa mossa il presidente uruguayano, Josè Mujica, tenta di regolare e tassare un mercato già esistente, gestito oggi da criminali. I conservatori, però, gli hanno dato filo da torcere sostenendo che mettersi in competizione con i trafficanti, offrendo droga a un prezzo più basso, farà solo aumentare sul mercato una sostanza che ha effetti negativi sulla salute. Da domani, quindi, saranno gli stessi cittadini, purché maggiorenni, a poter coltivare fino a sei piante a persona o in alternativa potranno prendere la marijuana da gruppi di coltivatori o comprarla, fino a un massimo di 40 grammi al mese, in farmacia. Ma tutto dovrà essere fatto sotto stretto controllo statale, pertanto sarano obbligati a registrarsi presso gli sportelli del governo. L'innovazione rivoluzionaria proviene da un presidente altrettanto singolare.

José «Pepe» Mujica, 78enne ex guerrigliero Tupamaros, infatti, è noto per essere «il capo di Stato più povero del mondo». L'uomo, conosciuto per il suo stile personale informale, sottolinea però che il progetto partirà in via sperimentale.

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