«Meglio tardi che mai» L'esultanza (a destra)

Meglio tardi che mai. È questa in estrema sintesi la reazione del mondo politico italiano alla decisione del governo di non rimandare i due marò Latorre e Girone in India. Dichiarazioni di aperta soddisfazione giungono soprattutto dagli espontenti del Pdl e di Fratelli d'Italia, il partito di centrodestra che si è staccato recentemente dal Popolo della libertà.
Per il sindaco di Roma Gianni Alemanno «finalmente il governo italiano ha avuto il coraggio di chiudere questa insopportabile situazione: la notizia data dal ministro Terzi è quella che aspettavamo da tanto tempo». Secondo Deborah Bergamini, deputata Pdl e componente del gruppo strategico Ppe sulla politica estera, «è giusto e assolutamente conforme al diritto internazionale far restare i Marò in Italia e trovare una soluzione diplomatica a questo caso: finalmente il governo italiano ha deciso di prendere atto della mancata collaborazione delle autorità indiane». Parole di approvazione anche da Renata Polverini (Pdl), ex presidente della regione Lazio, per la quale la decisione del ministro Terzi «va sostenuta con l'auspicio che il lavoro diplomatico avviato dall'Italia porti ad una soluzione definitiva e positiva per Latorre e Girone, ai quali va la nostra solidarietà e vicinanza che non è mai venuta meno in tutti questi mesi». I fondatori di Fratelli d`Italia, Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa, commentano congiuntamente con un «meglio tardi che mai», mentre il deputato di Fdi Edmondo Cirielli parla di «unico attto serio, ancorché tardivo, di questo governo-vergogna».
Sul fronte della sinistra, c'è da registrare la soddisfazione del sindaco Pd di Bari,
Michele Emiliano: «Le dichiarazioni del ministro Terzi a proposito di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre ripristinano finalmente il diritto internazionale e restituiscono ai giudici italiani la giurisdizione sul caso nel quale sono coinvolti». Emiliano ha espresso «gratitudine al Presidente del Consiglio Monti, al Governo tutto ed al Ministro Terzi per il coraggio e la determinazione mostrati nel salvaguardare le ragioni del diritto e il ruolo internazionale dell'Italia».
Se il mondo politico italiano apprezza la svolta nel caso dei due marò, le reazioni in arrivo dall'India sono di diverso tenore. Fonti diplomatiche negano che New Delhi abbia violato le norme internazionali, ed emerge irritazione per il fatto che l'Italia non intenda mantenere la parola data in occasione del secondo permesso concesso a Latorre e Girone per rientrare nel nostro Paese. Il ministro degli Esteri
Salman Khurshid, che aveva a suo tempo ringraziato l'Italia per il rispetto dei patti, dice diplomaticamente che «non è adesso il momento di reagire».

Meno prudenti i giornali indiani: parole come «affronto» e «tradimento» si sprecano e il Times of India mette in prima pagina la notizia mentre nella rubrica dei lettori non mancano le critiche all'«italiana» Sonia Gandhi.

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